Il dollaro si rafforza con l’impennata dei rendimenti obbligazionari statunitensi

-

Gli sviluppi chiave nei mercati finanziari continuano a verificarsi nel mercato dei Treasury USA. La Fed è focalizzata sul riportare l’inflazione sotto controllo e sta avviando uno dei processi di inasprimento della politica monetaria più veloci della storia.

I Titoli obbligazionari statunitensi vengono venduti e la scorsa settimana il benchmark del Treasury decennale è aumentato di altri 13 punti base a oltre il 2,83%. Le comunicazioni vaghe e non vincolanti della BCE durante la riunione di aprile hanno aggiunto poche informazioni e il contrasto tra i due differenti approcci delle banche centrali sta pesando sulla moneta comune.

Le valute latinoamericane e la sterlina, invece, sono riuscite entrambe a invertire il trend chiudendo la settimana sulla parità o in rialzo rispetto al biglietto verde. I prezzi delle materie prime continuano a salire e i mercati azionari stanno reggendo notevolmente bene considerando i forti aumenti dei tassi, fattore che è di solito negativo per le azioni.

La prossima settimana, i dati macroeconomici saranno scarsi. Non c’è molto in programma a parte gli indici PMI dell’Eurozona e del Regno Unito venerdì. Questa settimana ci saranno però da seguire le parole dei principali banchieri centrali mondiali a un panel del FMI, incluso il presidente di Fed Powell giovedì.

EUR

Durante la riunione di aprile della scorsa settimana, la BCE non è riuscita a cogliere l’occasione per convincere i mercati che sta prendendo sul serio la crescente inflazione. Le comunicazioni sono state in gran parte una reiterazione di quelle della riunione precedente, nonostante tutti gli indicatori inflazionistici da allora siano peggiorati.

Tuttavia, sembra esserci un dissenso significativo all’interno del consiglio, poiché fonti della BCE hanno fatto trapelare di non escludere la possibilità di un aumento dei tassi a luglio. Oltre agli indici PMI, il focus di questa settimana è sul secondo turno delle elezioni francesi. Ci aspettiamo che Macron vinca come previsto dai sondaggi, ma pensiamo anche che ciò sia ampiamente scontato dai mercati e che avrà un impatto minimo sull’euro.

USD

Il sollievo sui mercati obbligazionari in seguito al report sull’inflazione leggermente inferiore alle attese è stato di breve durata. Nei due giorni successivi, le forti vendite al dettaglio e l’inflazione dei prezzi alla produzione superiore al previsto hanno portato alla consapevolezza che l’inflazione continuerà a correre e che la Fed avrà molto lavoro da fare per riportarla sotto controllo.

La continua crescita dei tassi USA sta supportando il dollaro contro le valute europee, mentre i guadagni sono limitati nei confronti delle valute dipendenti dalle materie prime. Questa settimana, oltre ai discorsi dei funzionari della Federal Reserve, presteremo molta attenzione alle aste di titoli del Tesoro del governo statunitense.

La vendita di 16 miliardi di dollari di obbligazioni a 20 anni mercoledì si profila difficoltosa. Le aste della scorsa settimana non sono andate bene e gli Stati Uniti potrebbero dover riconoscere un interesse più alto per piazzare il proprio debito ora che la Federal Reserve non sta più acquistando Treasury.

GBP

L’inflazione di marzo del Regno Unito si aggiunge alla pressione sulla Banca d’Inghilterra che cerca di recuperare credibilità. Le sorprese al rialzo nei sottoindici chiave hanno portato l’inflazione a un nuovo massimo da 30 anni, con la quasi certezza che la rilevazione del prossimo mese sarà ancora più alta.

I mercati si aspettano che la Banca d’Inghilterra sarà costretta a ritrattare la sua retorica accomodante e proprio per questo la sterlina si ritrova in cima alla classifica settimanale del G10. Questo giovedì abbiamo gli interventi al panel del FMI di Mann e del governatore Bailey. Qualsiasi allusione ad una politica monetaria più restrittiva dovrebbe essere positiva per la sterlina, così come la continua espansione che dovremmo vedere negli indici PMI dell’attività commerciale venerdì.