Il dollaro rimane ai massimi, l’azionario scende e i tassi aumentano

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L’inarrestabile aumento dei tassi di interesse in tutto il mondo è proseguito la scorsa settimana, con il rendimento del treasury  statunitense a 10 anni che flirta con il livello psicologicamente importante del 3%. Le azioni sono scese e il dollaro ha registrato un rally, sostenuto sia dai flussi verso i  beni rifugio che dai differenziali dei tassi di interesse. Il biglietto verde ha chiuso la settimana in cima alle classifiche G10 e si è rafforzato contro la maggior parte delle valute dei mercati emergenti. La discesa  dello yuan è continuata e le valute asiatiche sono state trascinate al ribasso dalla sua debolezza in mezzo all’ondata generale di avversione al rischio.

L’attenzione degli investitori questa settimana sarà rivolta esclusivamente alle banche centrali. Mercoledì si riunirà la Federal Reserve. Un aumento di 50 punti base è completamente scontato e l’attenzione sarà rivolta all’atteggiamento aggressivo delle comunicazioni del presidente Powell. Un’enorme inasprimento a breve termine è già prezzato, quindi sarà difficile per Powell sorprendere dal lato aggressivo. Il giorno successivo, la riunione della Banca d’Inghilterra dovrebbe portare un aumento di 25 punti base, e permane una notevole incertezza sul tono che assumerà il comitato di politica monetaria. La settimana si chiuderà venerdì con il report sul mercato del lavoro statunitense di aprile. Il dato chiave saranno i salari, dove vedremo se stanno prendendo piede effetti secondari  che renderebbero più difficile trattare il problema dell’inflazione.

GBP

La riunione della Banca d’Inghilterra di giovedì darà ai membri del comitato di politica monetaria un’altra opportunità per chiarire la propria posizione sui problemi dell’inflazione e sul potenziale rallentamento dell’economia. È probabile che ci siano voti favorevoli ad  un rialzo di 50 punti base, ma anche membri più accomodanti che voteranno per lasciare i tassi fermi. La suddivisione del voto sarà fondamentale per determinare il percorso a breve termine della sterlina, che per ora sembra muoversi come l’euro al ribasso rispetto al dollaro USA.

EUR

Il rapporto sull’inflazione flash di aprile per l’Eurozona ha portato un’altra brutta sorpresa alla BCE: l’inflazione headline è rimasta stabile  ad un alto 7,5%, ma l’indice core ha accelerato dal 2,9% al 3,5%, a conferma del fatto che l’inflazione non è solo trainata dai prezzi dell’energia, ma che le pressioni sui prezzi sono diffuse. Nel frattempo, i prezzi alla produzione hanno nuovamente accelerato fino a raggiungere il record storico del 36,8%, indicando un’inflazione ancora maggiore in arrivo. Lentamente, il messaggio che esce dalla BCE sta iniziando a cambiare e a riconoscere questa realtà, ma per ora non abbastanza velocemente da supportare l’euro contro il dollaro USA.

USD

La sorpresa negativa della crescita del PIL degli Stati Uniti nel primo trimestre, trainata dal commercio, non cambia significativamente il quadro di un’economia che soffre di un’eccessiva domanda e pressioni estese sui prezzi. Prevediamo che la Federal Reserve ne prenda atto durante la riunione di mercoledì e che annunci sia un aumento di 50 punti base sia una rapida accelerazione del ritmo di normalizzazione del bilancio. La domanda per il dollaro, visto il rally degli ultimi giorni, è se vedremo una correzione, assistendo al tipico movimento di “buy the rumors sell the news”. Rimaniamo del parere che sarà difficile per la Fed segnalare un’ulteriore stretta monetaria rispetto a quanto previsto dai mercati e che, dopo il recente rafforzamento, il livello del dollaro stia già prezzando i differenziali di tasso esistenti, in particolare con l’Eurozona.