Tecnologia, Cina e mercati emergenti, uno scudo contro le tensioni di breve termine

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La crescita strepitosa che caratterizzava gli anni ’80 è un oramai un lontano ricordo e gli attuali livelli dei debiti pubblici sconsigliano le soluzioni supply-side che andavano di moda quando nei cinema usciva il primo Top Gun. A distanza di 34 anni esce il sequel, Top Gun Maverick, in un tempo in cui hanno preso forma e si stanno ampliando almeno quattro grandi movimenti trasformativi:

  1. il continuo irrobustimento della classe media nella regione indo-pacifica e la formazione di nuovi equilibri geopolitici globali;
  2. una parte sempre più rilevante di consumatori usa abitualmente i canali online per gli acquisti più diversi, dalla spesa settimanale agli arredi per il giardino;
  3. aumentano contestualmente i pagamenti elettronici e si affermano canali extra-bancari;
  4. cresce la sensibilità di aziende e consumatori verso la sostenibilità ambientale: la decarbonizzazione e I criteri ESG sono il nuovo paradigma.

Di questi quattro macro-trend, due hanno in comune la matrice della crescita “disruptive” nella civiltà digitale. In un recente articolo, due giovani economisti della World Bank osservano che a livello globale l’uso delle tecnologie per i pagamenti online nel 2020 è aumentato del 34%, il commercio elettronico e la pubblicità digitale sono cresciuti del 19% e 17% rispettivamente.

Nel settore tecnologico si è esaurito l’”effetto pandemia”, i lockdown e le limitazioni alla mobilità sono stati condizioni singolari che negli ultimi due anni hanno eccezionalmente sostenuto i titoli tecnologici e gli indici azionari. L’evento pandemico ha fatto da catalizzatore e acceleratore dei cambiamenti, dei quali il più visibile e pervasivo è stato la familiarità con la tecnologia, nell’organizzazione del lavoro e nell’intrattenimento domestico. Il nuovo catalizzatore del cambio di regime è la percezione che l’inflazione non sarà transitoria e il ritardo dell’azione della Federal Reserve costituisce un fattore di incertezza. Per il meccanismo dello sconto degli utili futuri, i titoli “growth” sono vulnerabili all’aumento dei tassi e l’esaurimento dell’effetto pandemia non è stato indolore: da inizio anno l’indice Morningstar US Technology Sector è sceso di circa il 27%, l’indice Morningstar Communications Services è sceso di poco meno del 30%. L’ampiezza del recente sell-off ha spinto il sentiment del mercato in area fortemente negativa, a questi livelli il rendimento teorico del settore tecnologico è uno dei più alti degli ultimi anni.

L’esaurimento dell’effetto pandemia esalta, d’altro canto, i vantaggi della gestione attiva: il favore al settore tecnologico resta ma, nelle scelte dei sotto-settori, meglio scendere di quota verso società con profili di crescita più equilibrati, preferibili a quelle dalle elevate prospettive di crescita e più penalizzate in questa fase. Ad esempio, un promettente sotto-settore è quello del cloud computing, un mercato dal valore di oltre 230 miliardi di dollari la cui crescita è sostenuta dagli investimenti delle società nelle loro infrastrutture IT. I servizi cloud ottimizzano le dotazioni informatiche di tutti i settori, pubblici e privati, servizi e manifatturiero. Il segmento che investirà maggiormente nel cloud computing è quello del commercio al dettaglio: le catene di distribuzione adeguano i loro sistemi IT per organizzare le forme di lavoro collaborative, la gestione dei siti e gli acquisti online. Immediatamente collegato al cloud e a sua volta impermeabile ai lockdown è il settore della sicurezza informatica, valutato attorno a 240 miliardi di dollari e stimato oltre i 345 miliardi nei prossimi quattro anni. La guerra si combatte nei fronti dell’Ucraina orientale ma in tutto il mondo è in corso una cyber warfare che si snoda lungo le reti e le infrastrutture digitali. Paesi e aziende si sono trovati impreparati o non adeguatamente protetti contro attacchi informatici sempre più frequenti e sofisticati, aumenta dunque la domanda di protezione dei sistemi informativi.

Si stanno affacciando anche timidi segnali di incoraggiamento: i valori dei sondaggi ISM condotti con i responsabili degli acquisti mostrano che negli Stati Uniti il dato ISM nei servizi è sceso a 55,9 in maggio rispetto a 57,1 di aprile, ancora nell’area sopra la soglia di 50 (che divide l’espansione dalla contrazione) ma in raffreddamento. In questa stessa direzione si trovano i recenti dati dell’occupazione e delle dinamiche salariali, in leggera diminuzione per il secondo mese consecutivo. Dopo mesi di passione, torna anche l’interesse verso la Cina. Il CSI 300, l’indice che misura la borsa cinese, è ancora al di sotto valori di gennaio ma ha recuperato il 9% dai minimi di aprile. La percezione che sia stata superata la fase più acuta del Covid 19 corrobora le aspettative di un recupero delle azioni cinesi che, con un virtuoso effetto domino, potrebbe supportare il recupero dei mercati vicini. .

“Le performance sono come il tesoro dei folletti” scriveva il mercante Joseph de la Vega nel 1688, vanno e vengono, il settore della tecnologia, la Cina, i mercati emergenti hanno potenzialità che superano i venti contrari di breve termine, il discrimine su risultati finali positivi, come sempre, non lo tracciano i mercati ma il temperamento dell’investitore.