Casse di previdenza e quadro degli investimenti

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La Covip ha pubblicato l’edizione annuale del “Quadro di sintesi” dei dati relativi al patrimonio delle Casse di previdenza e alla loro gestione finanziaria nel 2021 con i confronti rispetto agli anni precedenti.

Il report  fornisce il ritratto degli aspetti più significativi che caratterizzano le risorse detenute dalle Casse, integrando le informazioni aggregate con elementi e aspetti di dettaglio riferiti ai singoli portafogli. Le risorse complessive del settore a valore di mercato alla fine del 2021 sono pari a 107,9 miliardi di euro. Dal 2011 al 2021 le risorse complessive del settore a valore di mercato sono cresciute di 52,2 miliardi, pari in media al 6,8% su base annua.

A fronte dei valori riscontrati nell’aggregato, permangono divergenze, anche ampie, nelle attività e nelle dinamiche di crescita delle singole Casse di previdenza: le 5 casse di dimensioni più grandi detengono il 74,6% dell’attivo totale; sull’intero periodo di osservazione, tali Casse hanno mostrato tassi di crescita dell’attivo in media pari al 7,7% su base annua, un livello superiore a quello generale.

A spiegare le diverse dimensioni dell’attivo concorrono diversi fattori, quali ad esempio le differenze tra i saldi previdenziali che dipendono dai regimi contributivi e prestazionali, oltre che dalle caratteristiche reddituali e sociodemografiche delle diverse platee di riferimento delle Casse.

Nel 2021 il flusso complessivo dei contributi al netto delle prestazioni si è attestato a 3 miliardi di euro; il deciso aumento rispetto ai 2 miliardi del 2020, anno nel quale hanno pesato le ricadute occupazionali e reddituali della pandemia da Covid-19, ha consentito al flusso netto tra contributi e prestazioni di riportarsi su valori in linea con quelli registrati negli anni precedenti allo scoppio della pandemia.

Sul totale delle attività di 107,9 miliardi di euro, le quote di OICR costituiscono la componente maggioritaria: 58,4 miliardi di euro, pari al 54,2 per cento del totale. L’aumento di 7,3 miliardi rispetto al 2020 è per 5 miliardi dovuto alle quote di OICVM, per un controvalore a fine anno di 34,9 miliardi, e per 2,3 miliardi agli altri OICR che totalizzano 23,5 miliardi a fine 2021, di cui 15,6 formati da quote di fondi immobiliari.

Tra le altre classi principali dell’attivo, i titoli di debito ammontano a 20,5 miliardi di euro, di cui 14,7 miliardi di titoli di Stato; i titoli di capitale sono pari a 7,8 miliardi.

Nel complesso, considerando anche i titoli obbligazionari e azionari sottostanti gli OICVM detenuti dalle Casse di previdenza , gli investimenti immobiliari, pari a 19,8 miliardi di euro (19,6 nel 2020), subiscono una flessione in percentuale dell’attivo (18,3 contro 19,4%); tra le diverse componenti, diminuisce l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (dal 14,8 al 14,4%) e prosegue la discesa del peso degli immobili detenuti direttamente (dal 4,1 al 3,4%);  gli investimenti in titoli di debito, pari a 39,5 miliardi di euro (36,4 nel 2020), formano il 36,6% dell’attivo, 0,4 punti percentuali in più rispetto al 2020; tra le diverse componenti, diminuiscono gli investimenti diretti (dal 20 al 19%) mentre aumentano quelli sottostanti gli OICVM (dal 16,2 al 17,6%);  gli investimenti in titoli di capitale, pari a 20,6 miliardi di euro (18,5 nel 2020), costituiscono il 19,1% dell’attivo, in aumento rispetto al 18,3 del 2020; aumentano sia gli investimenti sottostanti gli OICVM (dall’11,3 all’11,9%) sia quelli diretti (dal 7 al 7,2%).

Persiste poi l’ampia variabilità ed eterogeneità tra le Casse nella composizione delle attività investite. In particolare, il campo di variazione delle quote detenute dalle singole Casse di previdenza è elevato per i titoli di Stato (0-76 per cento, la metà dei casi con percentuali comprese tra il 5 e il 15 per cento), per gli OICVM (0-82 per cento, la metà dei casi tra il 24 e il 50 per cento). Mostrano una dispersione elevata anche i fondi immobiliari (0-83 per cento, la metà dei casi tra il 5 e il 19 per cento) e gli immobili, comprensivi delle partecipazioni in società immobiliari controllate (0-39 per cento, la metà dei casi compresi tra lo 0,5 e il 12 per cento)