Gli impatti valutari delle decisioni di FED, BCE e BOE

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Oltre ad alzare i tassi di 50 punti base, la Fed si e’ concentrata sul limitare la speculazione degli investitori su una frenata della spinta rialzista ieri, sottolineando come gli ultimi dati sull’inflazione americana non siano ancora una prova sufficiente per concludere che la politica monetaria debba essere meno restrittiva. Nonostante una reazione molto contenuta del dollaro, crediamo che lo spirito da “falco” della Fed possa favorire un periodo di stabilizzazione per il biglietto verde dopo un pronunciato deprezzamento.

La Bce ha rialzato i tassi di 50 punti base e pubblicato un nuovo set di proiezioni economiche oggi. La banca ha anche annunciato che il quantitative tightening iniziera’ a partire da marzo 2022, e ha indicato che vi saranno ulteriori rialzi nei prossimi mesi. La reazione dei mercati all’annuncio e’ stata inizialmente cauta, con EUR/USD solo leggermente in rialzo. La conferenza stampa e’ stata invece caratterizzata da un linguaggio particolarmente hawkish, con Christine Lagarde che ha esplicitamente sottolineato che i mercati stanno sottostimando la stretta monetaria necessaria per riportare l’inflazione al suo target. Questi commenti di Lagarde hanno generato una reazione molto più decisa da parte dei mercati, con i bond europei in forte ribasso e EUR/USD decisamente in rialzo.

Continuiamo a vedere dei rischi al ribasso per EUR/USD, principalmente legati a un deterioramento delle condizioni generali di mercato, pero’ la svolta da falco nella retorica della Bce potrebbe offrire un po’ di supporto nel breve termine all’euro.

Il rialzo di 50 punti base della Bank of England ha pienamente rispecchiato le aspettative di mercato. E’ stato pero’ in parte sorprendente vedere due dei nove membri del Monetary Policy Committee votare per tenere i tassi invariati, e un membro votare per un rialzo di 75bp. Malgrado la reazione contenuta di oggi, continuiamo a prevedere che la sterlina sarà una delle principali vittime di una possibile rivalutazione del dollaro all’inizio del 2023.