Sfruttare le rotazioni dei mercati con un focus sulla Cina

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L’attenzione dei mercati si sta spostando dall’inflazione alla crescita in un contesto dove il quadro economico dell’Europa appare meno cupo e dove si guarda con maggiore ottimismo alla Cina.

Un tale scenario sta creando forti rotazioni: le sovraperformance della Cina e dei Paesi emergenti sono stati i trend più visibili, seguiti dal forte cambiamento di rotta del dollaro. Ci sono poi state rotazioni anche all’interno dei mercati, con i titoli azionari ciclici privilegiati rispetto ai titoli difensivi in Europa, mentre negli Stati Uniti i titoli tecnologici hanno beneficiato delle attese riguardo a una politica monetaria meno aggressiva da parte della Fed.

I temi cruciali

In futuro, saranno quattro i temi cruciali: (1) l’equilibrio inflazione/crescita; (2) le azioni delle Banche centrali; (3) l’indebolimento del dollaro e (4) la traiettoria degli utili aziendali. Eventuali sorprese negative sulla crescita e sugli utili potrebbero spingere al ribasso i mercati, mentre agli attuali livelli di valutazione non ci sono trigger a breve termine per eventuali rialzi.

Ciò ci spinge ad adottare un’allocazione difensiva, ma gli investitori dovrebbero effettuare le rotazioni ispirandosi a questi criteri:

Mantenere un atteggiamento prudente verso il rischio, ma ricalibrare le preferenze regionali. Siamo ora più costruttivi sulle azioni cinesi che su quelle dei Paesi sviluppati, nei confronti dei quali nutriamo ora una certa cautela, e abbiamo un posizionamento geografico più prossimo alla neutralità (con riduzione della sottoesposizione all’Europa). Da una prospettiva cross-asset, siamo leggermente positivi sulla duration perché crediamo che i titoli di Stato stiano conservando le loro caratteristiche di protezione del portafoglio. Stiamo diventando più prudenti sulle obbligazioni societarie high yield, e al contempo cerchiamo di perseguire una strategia di diversificazione attraverso materie prime come il petrolio e l’oro.

Nel reddito fisso, è fondamentale una gestione attiva della duration. Le aspettative sull’inflazione e sui tassi di interesse di riferimento si stanno manifestando più rapidamente nei rendimenti obbligazionari, che si sono mossi al ribasso, supportando la nostra visione leggermente positiva sulla duration degli Stati Uniti e la nostra posizione leggermente cauta sui Paesi core europei. Anche se i timori a breve termine sulla crescita dovrebbero essere costruttivi, consigliamo di non darli per scontati perché l’inflazione è ancora alta. Le Banche centrali sono decise ad affrontare l’inflazione, in particolare quella dei servizi, così persistente, e ciò giustifica l’approccio attivo. Per contro, la Banca centrale nipponica probabilmente abbandonerà la sua politica sui tassi negativi vista la revisione al rialzo delle stime sull’inflazione nel 2023, e ciò ci induce a mantenere una certa cautela nei confronti dei titoli di Stato giapponesi.

Nell’ambito del mantra “bonds are back”, puntare sul credito con un approccio selettivo. L’effetto della politica monetaria restrittiva sul credito societario è stato finora limitato per via delle contenute esigenze di rifinanziamento e del forte ricorso alla liquidità interna. Mentre quest’ultima ha supportato sinora gli spread, ha anche causato un peggioramento della liquidità rispetto a un anno fa, soprattutto per gli emittenti con rating CCC. Per quanto riguarda il futuro, l’effetto del rialzo dei tassi e della modesta crescita economica verrà avvertito soprattutto dagli emittenti di obbligazioni High Yield con un rating basso. Di conseguenza, continuiamo a preferire le obbligazioni societarie Investment Grade a quelle High Yield. Da una prospettiva regionale, gli spread delle obbligazioni societarie Investment Grade europee sono più a buon mercato rispetto ai livelli storici, mentre lo stesso non si può dire per le obbligazioni societarie Investment Grade statunitensi.

Per quanto riguarda le azioni dei Paesi sviluppati, gli investitori dovrebbero prestare maggiore attenzione alla resilienza dei titoli delle singole società. Le revisioni sul fronte macroeconomico e la dinamica delle valute richiedono posizionamenti prudenti su Stati Uniti e Giappone, mentre i miglioramenti dell’outlook dell’economia in Europa supportano un’opinione meno negativa sulla regione. Tuttavia, lo scenario positivo scontato dai mercati potrebbe facilmente peggiorare per via dei rischi geopolitici o di politiche più restrittive del previsto da parte delle Banche centrali. Va poi sottolineato che spesso i dati di inizio anno non sono indicativi dei rendimenti nel resto dell’anno. L’attuale stagione delle trimestrali dovrebbe offrire un quadro più chiaro riguardo all’andamento del primo semestre.

Opportunità nei Paesi emergenti a partire dalla Cina. La Cina continua a riaprire rapidamente l’economia e sta supportando il suo mercato immobiliare, e ciò ci induce a rimanere costruttivi, tanto più che abbiamo anche rivisto al rialzo il nostro outlook sulla crescita del Paese. Questo scenario potrebbe avere alcuni risvolti positivi per i Paesi con forti legami commerciali con la Cina. Riguardo al debito dei Paesi emergenti, il differenziale in termini di crescita economica tra Paesi emergenti e Paesi sviluppati, nonché le valutazioni, sono tra i principali driver del sentiment.

Nel complesso, stiamo entrando in una fase più rischiosa perché i mercati stanno rivalutando l’outlook sugli utili e ciò potrebbe determinare delle correzioni in alcune aree del mercato mentre nelle prossime settimane potrebbero emergere alcune opportunità di incrementare il rischio. Altro dato rilevante, potremmo assistere a una recessione degli utili anche in uno scenario economico di “atterraggio morbido”. Di conseguenza, in questa fase è fondamentale rimanere agili senza però dimenticare la prudenza.