Perché affrontare la disuguaglianza di genere è fondamentale per una reale inclusione finanziaria

Valerie Harrington, Fund Manager, BlueOrchard (Gruppo Schroders) -
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L’inclusione finanziaria – l’accesso a servizi finanziari adeguati, economici e ben regolamentati – è un pilastro fondamentale dello sviluppo economico e sociale. È uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, ma è anche un fattore abilitante per molti altri obiettivi di sviluppo, tra cui l’eliminazione della povertà e l’uguaglianza di genere.

Nonostante ciò, 1,4 miliardi di adulti sono completamente privi di servizi bancari. La maggior parte sono donne, adulti poveri e meno istruiti, secondo il Global Findex della Banca Mondiale (2021).

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Secondo il World Economic Forum, durante la pandemia il numero di donne che ha perso il lavoro a livello globale è raddoppiato (64 milioni). Le Nazioni Unite hanno stimato che nel 2021, per ogni 100 uomini di età compresa tra i 25 e i 34 anni in estrema povertà, ci sono 118 donne.

Si prevede che altri 435 milioni di donne e ragazze vivranno in condizioni di estrema povertà, un divario destinato ad aumentare. Inoltre, si stima che l’80% delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici siano donne, secondo i dati dell’UNDP (United Nations Development Programme), al 2016.

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Al ritmo attuale, il World Economic Forum Global Gender Gap ha stimato che ci vorranno 132 anni per raggiungere la piena parità di genere. E come ci si può aspettare, la strada è molto più lunga nelle economie in via di sviluppo.

Le ragioni di questa situazione potrebbero non essere immediatamente evidenti, ma come ha affermato l’UNDP, le donne sono più “strutturalmente vulnerabili” a causa di “poteri, ruoli e responsabilità diversi per genere”. Ad esempio, sappiamo che le donne hanno maggiori probabilità di essere povere e di svolgere lavori informali, temporanei e a tempo parziale con retribuzioni più basse e minore protezione sociale. Le donne sono anche proporzionalmente più dipendenti dalle risorse naturali minacciate dai cambiamenti climatici, a causa del loro ruolo nell’agricoltura.

L’OCSE stima che se le donne partecipassero all’economia in modo identico agli uomini, nel 2025 aggiungerebbero 28.000 miliardi di dollari, ovvero il 26%, al PIL mondiale annuale. Il potenziale non sfruttato è, ancora una volta, maggiore nei Paesi in via di sviluppo. L’uguaglianza di genere sarebbe un catalizzatore per la creazione di economie più resilienti, sostenibili e inclusive.

Perché il genere è importante per l’inclusione finanziaria

L’inclusione finanziaria è un potente strumento di emancipazione economica. La microfinanza, in particolare, ha svolto un ruolo fondamentale nel fornire alle donne l’accesso ai servizi finanziari nei mercati emergenti. Un’ampia quota dei portafogli di microfinanza è costituita da donne. Tuttavia, l’approccio tradizionalmente “neutrale rispetto al genere” dell’inclusione finanziaria ne ha talvolta limitato l’efficacia e ha dimostrato di provocare conseguenze negative non volute.

Ad esempio, diversi dati mostrano che, se si è un’imprenditrice, è più probabile che venga rifiutata la richiesta di un prestito. Se la domanda viene accettata, la donna potrebbe ricevere un importo inferiore, un tasso più alto e una durata più breve. I requisiti di garanzia possono essere più severi, nonostante le donne mostrino tassi di rimborso uguali (o migliori) rispetto agli uomini.

Uno studio della Banca Interamericana di Sviluppo in America Latina ha rilevato che per richieste identiche le donne avevano quasi il 18% in meno di probabilità di veder approvata la loro domanda di prestito. Circa l’8% del potenziale reddito finanziario generato da questi portafogli è stato “lasciato sul tavolo”, il che implica milioni di profitti mancati.

Questo è probabilmente il motivo per cui la Banca Mondiale stima che il gap finanziario per le donne sia di 1.700 miliardi di dollari. A livello globale, meno di un terzo delle piccole e medie imprese sono possedute e gestite da donne, soprattutto a causa della mancanza di accesso ai servizi finanziari. Si stima che ci sia un deficit di credito di 300 miliardi di dollari all’anno per queste imprese.

La finanza innovativa può affrontare la disuguaglianza di genere nell’ambito dell’inclusione finanziaria

Esiste un piccolo ma crescente numero di fondi che sono specializzati negli investimenti di genere. Anche se tale obiettivo può assumere forme diverse, in generale questi fondi prendono in considerazione i fattori di genere lungo l’intero processo di investimento e cercano di far progredire l’uguaglianza di genere attraverso le attività della strategia, tra cui il soddisfacimento delle diverse esigenze di finanziamento delle donne imprenditrici, la responsabilizzazione delle donne come consumatrici e il rafforzamento dei settori che impiegano prevalentemente donne.

Per fare un esempio basato sull’esperienza di BlueOrchard (società leader negli investimenti a impatto e parte del Gruppo Schroders) in Asia, il capitale di un investitore si unirà a quello di altri per finanziare il debito di una serie di istituzioni finanziarie che hanno superato specifiche valutazioni ESG e di impatto. Queste, concederanno quindi “prestiti” ai mutuatari target – in questo caso aziende guidate da donne o di proprietà di donne che offrono prodotti o servizi che migliorano sostanzialmente le condizioni di vita di donne o ragazze.

Si tratta generalmente di fondi con un approccio di finanza mista (blended finance). La finanza mista mira a rafforzare il concetto di partnership tra il settore pubblico e quello privato, massimizzando le sinergie e fissando chiari obiettivi di impatto sullo sviluppo sostenibile.