Quattro driver per orientare i portafogli azionari in un contesto complesso

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Quali sono le prospettive di mercato per il 2023? E quali le strategie per orientarsi in un contesto d’investimento complesso come quello attuale? In occasione della Scottish Heritage Night che si è tenuta recentemente a Milano, Ben Ritchie, Head of Developed Markets, Equities, abrdn ha delineato lo scenario dei mercati azionari per il 2023, facendo luce sui driver che potranno dare valore al portafoglio nel corso dell’anno.

I principali temi d’investimento per quanto riguarda l’azionario da qui alla fine del 2023 saranno legati a quattro principali driver in grado di dare valore al portafoglio e trovare angoli d’ingresso nel mercato sfruttando le opportunità dal presente ciclo economico:

Valutazioni: outlook positivo riguardo a Europa e Mercati Emergenti

Dal punto di vista delle valutazioni vi sono tre importanti opportunità da considerare: innanzi tutto è tempo di cominciare a guardare all’Europa. Le valutazioni azionarie del mercato europeo sono molto attraenti. L’Europa ha conosciuto negli ultimi anni forti deflussi, mentre i flussi verso l’azionario USA sono rimasti solidi. Quindi l’azionario europeo è nel complesso sottopesato nei portafogli globali. La seconda opportunità riguarda i mercati emergenti, che sono ancora scambiati a sconto rispetto ai mercati sviluppati e presentano valutazioni al di sotto della media ventennale. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda la Cina: le aziende cinesi continuano a crescere grazie alla fine dalle politiche zero-Covid, con una ripresa dell’attività guidata da macro trend quali la crescita del benessere e dei consumi interni, questi ultimi destinati a quadruplicare entro il 2050.

Ritorno dell’interesse degli investitori per l’ESG

Il focus sulle tematiche ESG riprenderà vigore, dal momento che gli investitori non potranno più ignorare che i maggiori rischi a cui il nostro pianeta sta andando incontro sono di tipo ambientale e sociale. Riteniamo dunque che l’allocazione del capitale in aziende i cui prodotti e servizi affrontino e offrano soluzioni per le questioni globali più urgenti offrirà un doppio risultato finale sia di ritorno economico che di impatto. Si stima che i soli mercati emergenti necessiteranno di oltre 2.500 miliardi di dollari di investimenti all’anno per allinearsi agli SDG delle Nazioni Unite entro il 2030.

Buon punto del ciclo economico per aumentare l’esposizione alle small cap

Nei prossimi mesi una particolare attenzione dovrebbe essere inoltre rivolta alle small cap. Il comparto viene da un anno terribile, ma la storia insegna che le aziende di minori dimensioni tendono a recuperare in fretta dalle fasi di ribasso dei mercati, sovraperformando le aziende di maggiori dimensioni poco dopo l’inizio delle crisi economiche, spesso in largo anticipo rispetto alla fase di recovery.

Income, fattore chiave del total return a lungo termine

Occorre inoltre considerare che il reddito da dividendi è una componente chiave del total return. Per la maggior parte dei mercati, quasi il 50% o più del total return proviene da dividendi reinvestiti. Le azioni che pagano dividendi regolari generano rendimenti elevati a lungo termine e sono soggette a minor rischio. Ritenendo i dividendi un fattore chiave dei rendimenti azionari guardiamo soprattutto al dividend yield e al tasso di crescita dei dividendi.