Le ragioni dell’Orso

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Negli ultimi anni mi sono riappassionato al tennis e, complice i risultati della nuova leva di talenti italiani, mi sono ritrovato a guardare partite lunghissime come Sinner contro Alcaraz ad orari impossibili.

Vedere scambi che durano tantissimo, con un equilibrio di base che viene spezzato da grandi giocate e da piccoli errori causati da quest’ultime, mi porta a rflettere sulla attuale situazione dei mercati azionari, dove l’orso e il toro si stanno fronteggiando in una partita estremamente equilibrata, con un set a testa, anche se alla fine inevitabilmente sappiamo che ci sarà un solo vincitore del match.

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Se allarghiamo lo sguardo alla statistica degli ultimi cent’ anni, il toro è quello che alla fine ha vinto quasi sempre (basti vedere per quanti anni l’MSCI World abbia registrato un rendimento positivo).

Quest’anno, la partita sembra essere pero molto più in equilibrio (ad esclusione del mese di gennaio) e lo si vede benissimo sia osservando un grafico dell’indice Standard and Poor’s a 90 giorni , che del globale MSCI World.

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Proviamo allora ad analizzare i vari fattori che stanno determinando questo equilibrio. Chi mi segue da tempo sa che più volte ho sostenuto che un rialzo dei tassi aggressivo come quello fatto dalle banche centrali nel corso degli ultimi mesi avrebbe portato a delle conseguenze e che queste conseguenze a mio avviso già si stanno manifestando.

La crisi delle banche regionali americane ne è un esempio , ma rappresenta solo la prima onda, la seconda dovrebbe consistere in una grande riduzione del credito alla piccola media impresa americana che difficilmente viene finanziata dalle grandi banche o ha un accesso al mercato dei capitali .

Ed ecco arrivare la terza ondata, ovvero tensioni sul mercato del lavoro seguite da un abbassamento del livello di consumo degli americani, fenomeno che in passato ha sempre portato ad una recessione.

Attenzione però perchè, storicamente, il mercato non scende quando la Fed mette in pausa il rialzo dei tassi, bensì quando la banca centrale inizia a tagliare il costo del denaro, perché vuol dire che l’economia è in difficoltà , gli utili delle aziende diminuiscono e di conseguenza i multipli di Borsa scendono e si adeguano al nuovo scenario aumentando il premio per il rischio.

Ricorderete tutti l’acronimo Tina (There is no alternative … all’azionario ), adesso è il momento di Tara ( There are reasonable alternatives ) visto che si possono comprare titoli di Stato brevi a dei rendimenti impensabili solo un anno fa (il 5 % per gli Stati Uniti e il 3 % per l’Europa).

Ma allora vi chiederete, perché l’orso non prende il sopravvento spezzando l’equilibrio del match?

A mio parere, esistono diverse componenti che tengono il toro in partita.

La prima è la liquidità ancora presente sul mercato e che le banche centrali faticano a ritirare. Anzi, vista la situazione difficile delle banche regionali, sono state costrette a reiniettarla (con il Nasdaq e le Growth stocks che ne hanno subito approfittato).

Inoltre, un basso posizionamento sull’asset class azionaria da parte dei gestori, (come chiaramente emerge dalla Fund manager survey di Bank of America) genera una certa riluttanza a vendere equity. Infatti anche il Vix ha recentemente ritoccato livelli molto bassi. Per gli asset manager, infatti, in questo momento non ha molto senso “comprare protezioni” dal momento che

i mercati non scendono mai e l’esposizione globale all’equity è già sui minimi.

Ma perché le Borse non scendono?

Probabilmente ciò che manca è un catalizzatore negativo, ovvero l’evento che fa spaventare gli operatori, anche se poco esposti, e li porti a vendere aggressivamente. Oppure potrebbe anche accadere il contrario, cioè che l’esposizione salga prima in maniera importante, lasciando immaginare che ormai il peggio sia alle spalle, e solo successivamente parta la fase di stress.

Io rimango della mia idea, ovvero che nei prossimi mesi sarà l’orso ad avere maggiori chance di passare in vantaggio.

E più la discesa sarà ampia, maggiore sarà l’opportunità per tornare a scommettere sulla ripresa di un bull market, che, non dobbiamo mai dimenticare, nel lungo periodo ha sempre vinto, se si ha la pazienza e il tempo di aspettare.