L’oro brilla in attesa di un probabile stop ai rialzi della Fed

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Il prezzo dell’oro è salito più del 12% dai minimi di marzo e ha superato la soglia psicologica di 2.000 dollari, facendo sperare in un rialzo duraturo.

Il forte rally è iniziato a settembre 2022, in concomitanza con la tendenza al ribasso del dollaro statunitense, che è scambiato vicino ai minimi da 52 settimane. La recente crisi bancaria ha aiutato il metallo prezioso a rimbalzare ulteriormente e l’andamento dei prezzi a breve termine sarà fondamentale per confermare se l’oro sta iniziando una nuova corsa secolare al rialzo oppure no.

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I segnali che la disinflazione sta prendendo piede negli Stati Uniti consentirebbero alla Fed di sospendere i rialzi dei tassi prima del previsto, con i mercati che si aspettano un ultimo rialzo dei tassi di 25 punti base a maggio prima di una pausa. Visto l’ultimo rimbalzo, a questo punto l’oro non sembra risentire particolarmente del fatto che la Fed effettuerà o meno un altro rialzo di 25 punti base a maggio.

In genere l’oro sale nei periodi in cui il biglietto verde si indebolisce. I rischi al ribasso a lungo termine per il dollaro USA continuano ad aumentare, mentre i mercati monetari prevedono che la Fed inizierà a tagliare i tassi di interesse entro la fine dell’anno.

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Queste aspettative potrebbero aiutare l’oro a mettere nuovamente nel mirino i suoi massimi storici nel breve termine, con 2.078 dollari come livello chiave da monitorare, in quanto fornirebbe indizi sulla sostenibilità dell’attuale trend rialzista.

Sebbene la volatilità e un andamento incostante dei prezzi siano possibili nel breve termine, un superamento deciso dei massimi storici segnalerebbe un’estensione dell’attuale trend rialzista con un primo obiettivo al rialzo a 2.100 dollari e poi a 2.200 dollari.

L’aumento dei tassi d’interesse di solito smorza l’attrattiva dell’oro, che ha rendimento zero, nonostante il suo tradizionale ruolo di copertura dall’inflazione. Ciononostante, l’oro ha superato di gran lunga i mercati azionari nel 2022 e finora nel 2023.

La sovraperformance dell’oro potrebbe essere attribuita al suo appeal come assicurazione contro una potenziale recessione economica imminente. Secondo gli ultimi verbali della Fed, è probabile che le conseguenze della crisi bancaria statunitense facciano scivolare l’economia americana verso la recessione nel corso dell’anno, il che dovrebbe continuare ad essere un vantaggio per il metallo prezioso nei mesi a venire.

Un movimento impulsivo prolungato al di sopra di 2.078 dollari sarebbe la conferma definitiva dell’inizio di un nuovo trend rialzista a lungo termine, che potrebbe verificarsi ben prima della conferma di una recessione tecnica.