PwC Italia: “Donne e Moda: il barometro 2023”. Quote rosa nei CdA: Italia lontana dalla media europea

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L’Italia è ancora lontana dalla media internazionale: solo due donne su dieci siedono nei CdA delle aziende di moda. La presenza è pari al 24,2% nei CdA delle aziende analizzate associate a CNMI.
Nel 2022 i best performer per presenza femminile nei CdA sono Tod’s S.p.A. (6 donne), Brunello Cucinelli S.p.A (5 donne), Moncler S.p.A (5 donne). Il comparto Tessile-Abbigliamento si conferma rosa con una media della manodopera femminile del 59,5%. Nel Tessile-Abbigliamento circa il 57,8% (vs 42,2% uomini) delle donne sono operaie, a fronte del 37,5% (vs 62,5% uomini) di quadri e di un 22,8% (vs 77,2% uomini) di dirigenti. L’occupazione femminile: il 9,7% ha al massimo 29 anni, nella fascia 30-39 la percentuale sale al 18,2%, il 31,7% tra i 40-49 anni, il 34% tra i 50-59 anni. Nel caso degli ultrasessantenni la percentuale è pari al 6,4%

Solo due donne su dieci siedono nei CDA delle aziende di moda

L’Italia è ancora lontana dalla media internazionale: solo due donne su dieci siedono nei CDA delle aziende di moda. In Francia la quota femminile presente nei CdA è pari a circa il 50%, in Germania al 29%, in US al 38%. La media globale/europea è del 33%. Nel Tessile-Abbigliamento, se si incentra l’analisi sul solo segmento femminile (donne su totale donne), si rileva come quasi 7 donne su 10 (69,2%) siano operaie, a fronte di un 26,9% di impiegate, uno 0,9% di quadri e di uno 0,3% di dirigenti.

Queste alcune evidenze emerse nell’evento “Donne e Moda: il barometro 2023”, promosso da PwC Italia in collaborazione con Il Foglio della Moda, inserto mensile di cultura e industria della Moda del quotidiano Il Foglio, che si è aperto con un messaggio di Eugenia Roccella, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, e ha visto la partecipazione di Diana De Marchi, Presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili, Comune di Milano, Carlo Capasa, Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana, Fulvia Bacchi, Direttore generale UNIC e CEO di Lineapelle, Claudio Cerasa, Direttore Il Foglio Quotidiano, Fabiana Giacomotti, Curatrice Il Foglio della Moda, Elvira Marasco, Presidente Associazione W20, Linda Laura Sabbadini, Chair W20 Italy, direttrice centrale ISTAT, Angela Missoni, Rosita Missoni, Margherita Maccapani Missoni, Roberta Benaglia, CEO Style Capital sgr, Giovanna Ceolini, Presidente Assocalzaturifici e MICAM, Simone Dominici, CEO Kiko Cosmetics, Giovanna Furlanetto, Presidente Furla, Mena Marano, CEO ARAV Group,  Erika Andreetta, Partner PwC Italia, EMEA Fashion & Luxury Leader, e Silvia Giambrone, artista.

Durante l’incontro sono stati illustrati i risultati della 3° edizione dello studio “Donne e Moda” realizzato dall’Ufficio Studi di PwC Italia in collaborazione con Il Foglio della Moda, inserto mensile di cultura e industria della moda del quotidiano Il Foglio.

Obbiettivo dell’indagine è stato indagare la presenza femminile su tutta la filiera della moda italiana, analizzando la tipologia di mansioni ricoperte dalle donne nelle aziende e la rappresentanza nei ruoli apicali, grazie allo studio dei dati delle principali associazioni di settore: Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) con 240 brand associati, Confindustria Moda, e in particolare di Sistema Moda Italia (SMI) e dell’Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC) con 61.400 imprese associate e CNA Federmoda con 22.000 imprese associate.

Quote rosa nei CdA: Italia lontana dalla media europea.

Nel 2022, a livello internazionale nel settore della moda, 3 donne su 10 sono entrare negli organi societari del comparto[2] (31,4%), con un aumento del 28,7% rispetto al 2021. Inoltre, nel 17,4% dei casi sono state le donne a sostituire uomini uscenti contro il 10,1% di uomini in sostituzione di donne.

Nel 2022, in base all’analisi condotta dall’Ufficio Studi di PwC sulle visure di 109 aziende associate alla Camera Nazionale della Moda Italiana, in Italia le donne rappresentano il 28,2% dei membri degli organi societari del fashion (CdA, CS, Procuratori) in crescita del 9,8% sul 2021. Nel 2022 i best performer per presenza femminile nei CdA sono Tod’s S.p.A. (6 donne), Brunello Cucinelli S.p.A (5 donne), Moncler S.p.A (5 donne). Fra i casi virtuosi da segnalare anche Furla e Missoni. Il numero di cariche ricoperto da donne all’interno dei CdA rimane decisamente inferiore rispetto a quello degli uomini in termini assoluti (156 vs 489). Nel 2021 l’occupazione femminile a tutti i livelli di qualifica nell’industria Tessile ha raggiunto il 48,6% (49% nel 2020) e nell’abbigliamento il 66,7% (66,7% nel 2020)

Fonte: Elaborazione Confindustria Moda su dati Osservatorio Statistico INPS

Settore Tessile e Abbigliamento

A livello di qualifica, nel settore Tessile e Abbigliamento, l’incidenza femminile più alta si registra nelle posizioni impiegatizie, dove le donne rappresentano il 67,3% del totale degli impiegati e a seguire nei ruoli di produzione: il 57,8% degli operai è donna così come il 58,5% degli apprendisti. La percentuale di donne “quadro” è invece pari al 37,5% contro il 62,6% di uomini, e ulteriormente al ribasso per i ruoli dirigenziali (22,8% donne, vs. 77,2% uomini). In termini di classe d’età, guardando alle sole lavoratrici nel TA (donne su totale donne), il 9,7% ha al massimo 29 anni, nella fascia 30-39 la percentuale sale al 18,2%, il 31,7% tra i 40-49 anni, il 34% tra i 50-59 anni. Nel caso degli ultrasessantenni la percentuale è pari al 6,4%.

Nel settore conciario le donne rappresentano il 20% dei lavoratori, per un valore assoluto di 3.566 addette di cui circa l’85% è inquadrato con un contratto a tempo determinato. Solo il 9,3% delle lavoratrici ricopre un ruolo esecutivo o dirigenziale nel comparto, l’8,7% ruoli operativi e la restante parte si divide tra ruoli amministrativi e ricerca e sviluppo. (fonte UNIC).

La presenza di donne nelle PMI

L’Ufficio Studi PwC ha realizzato un sondaggio per verificare la quota e il ruolo delle donne nei comparti produttivi delle PMI associate a CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato).

Dall’indagine è emerso che per l’80% (vs 70% nel 2022) del campione ha una percentuale di lavoratrici donne superiore al 40%. Oltre il 39% (vs 36% nel 2022) del campione dichiara di avere un CdA a composizione in netta prevalenza femminile. Nel settore della moda 6 CEO su 10 sono donne (vs 4 su 10 nel 2022). Le donne che ricoprono un ruolo dirigenziale lavorano principalmente nei dipartimenti di produzione (54%), strategia (15%) e finanza (13%). Le principali qualità che contraddistinguono le donne nel CdA sono l’abilità organizzativa (22%), le competenze tecniche (16%) e di team management (13%). Nel 71% dei casi (vs nel 63% nel 2022) le donne che partecipano al processo decisionale ricoprono più di un incarico di amministrazione, confermando i modelli di governance, per lo più di tipo familiare, delle PMI analizzate. Il 39% (vs 19% nel 2022) delle imprese prevede un aumento di dirigenti donne nel prossimo anno.

In termini di classi d’età, l’occupazione femminile si concentra soprattutto nelle fasce fra i 40-45 anni (19%) e fra i 50-55 anni (13%), confermandosi minore per le donne sotto ai 29 anni (4%) e nella fascia 30-39 anni (18%). Sfiora invece il 37% l’occupazione per le donne over 55.

Erika Andreetta, EMEA Luxury Community Leader PwC Italia, ha concluso: “Siamo ormai al terzo anno di ricerca per l’Osservatorio Donne e Moda e, in qualità di network internazionale che supporta le aziende e che ha l’obiettivo di creare fiducia nella società per risolvere problemi importanti, riteniamo sia giunto il momento di scendere in campo con un progetto concreto. Chiameremo a raccolta le associazioni di categoria e le principali aziende del comparto per costruire un’Academy che attiri la popolazione femminile interessata a ricoprire ruoli di responsabilità nel settore e, tramite i nostri professionisti, declineremo momenti di alta formazione mirata”.