BTP Valore: convengono? —
Il nuovo BTP Valore
Negli scorsi giorni è stata annunciata l’emissione del nuovo BTP Valore. Vuoi per il fascino irresistibile che questo strumento ha per l’italiano medio, vuoi per le forti spinte commerciali, si finisce inevitabilmente a dover fare delle considerazioni a riguardo. Chi ha pianificato e investito adeguatamente può dormire sereno anche senza conoscerne i dettagli; ma per chi si sta comunque interrogando, ecco delle domande generali per prepararsi, ancor prima delle informazioni specifiche che usciranno nei prossimi giorni.
È effettivamente utile all’interno della mia pianificazione finanziaria?
Questa è la prima domanda da porsi, che dovrebbe essere scontata ma per molti non lo sarà. Infatti, la collocazione dei BTP è l’esempio più estremo di approccio “top-down”, dall’alto verso il basso: l’esigenza non parte dai risparmiatori, ma dagli intermediari fortemente incentivati a collocare il prodotto. Quindi, la dinamica tipica sarà quella del risparmiatore che si fa i fatti suoi, a cui arriverà la classica mail/telefonata della banca per proporre i nuovi scintillanti BTP, casualmente proprio quelli adatti a lui.
E già questo è un primo ENORME problema. La scelta dei prodotti finanziari deve procedere in modo opposto: sarò io a partire dalle mie esigenze, e andrò dall’intermediario con la mia “lista della spesa” di prodotti che voglio acquistare da lui. Se avviene il contrario, è pressoché impossibile che si stiano facendo i miei interessi. Ma ammettiamo di essere noi a valutare questa esigenza; a quel punto la prima grande domanda in termini di pianificazione sarà “Ho veramente bisogno di un’entrata periodica?”
Cedole semestrali
Come negli altri casi, i BTP Valore pagheranno una cedola semestrale. Ma ho davvero questa necessità?
Le cedole ingolosiscono fin troppo facilmente. L’effetto psicologico di ricevere soldi “gratis” e “garantiti” sul conto è appagante, ma non è realmente utile, anzi è inefficiente per chi ha finalità di accumulo (oltre al fatto che “cedola” non è sinonimo di “rendimento”, ma a quanto pare per molti non è così chiaro).
C’è un motivo valido per cui preferisco un’entrata periodica ad un accumulo nel tempo? Se no, pensiamo ad altro; se sì, passiamo alla prossima considerazione: Ho valutato bene i rischi?
I rischi
Si tratta di un titolo singolo, quindi il primo rischio è legato alla concentrazione. In particolare, è un’obbligazione emessa da un debitore con rating BBB, uno step sopra i “junk bond” (spazzatura). Inoltre, vivendo e lavorando in Italia, si è già esposti in modo massiccio al rischio Paese, che gli investimenti dovrebbero andare a mitigare, e non accentuare.
Questa serie di considerazioni ha una sola conseguenza: un investimento di questo genere può essere adatto soltanto ad una parte marginale del proprio capitale. Altrimenti si tratta di un’esposizione eccessiva, in totale home bias e fiducia irrazionale nei confronti dell’Italia. Oltre a ciò, il rischio legato ai tassi e le sue conseguenze sui prezzi (o sul costo opportunità di mantenere sino a scadenza uno strumento meno efficiente) è sempre presente, come per ogni obbligazione.
Breve parentesi più generale, un rendimento più elevato rispetto ad obbligazioni analoghe di altre nazioni europee vuol dire solo due cose: l’Italia è vista come sempre più rischiosa, e gli interessi che deve pagare sul debito sono e saranno sempre di più. È veramente uno scenario così positivo e auspicabile per una cedola un po’ maggiore? Personalmente preferisco che i guadagni dei miei investimenti non dipendano così tanto da un peggioramento dello stato di salute della nazione in cui risiedo, ma ognuno faccia le sue considerazioni.
I tassi minimi
Titola entusiasticamente Il Sole 24 Ore giovedì scorso: “Rendimento netto fino al 3,1% Il tasso effettivo pareggia le stime di inflazione. In pista 18,8 miliardi di due BTp Italia appena scaduti. Sui conti liquidità a 1.520 miliardi”. E aggiunge: “La battaglia è sempre quella con l’inflazione. Il BTp Valore in offerta da lunedì non è indicizzato, e questa è la differenza principale con il BTp Italia che fin qui è stato il protagonista quasi assoluto sulla scena dei bond governativi dedicati ai piccoli investitori. Ma offre, e qui arriva la seconda caratteristica che separa i due titoli, un rendimento che cresce nel tempo mentre le prospettive dell’indice dei prezzi sono in discesa”.
Più preciso il sito di
Forbes: “
Il Ministero dell’economia e delle finanze ha comunicato che i tassi cedolari minimi garantiti per la prima emissione del BTP Valore (codice ISIN IT0005547390) sono i seguenti:
- 3,25% per il primo e secondo anno
- 4,00% per il terzo e quarto anno
Al termine del collocamento verranno annunciati i tassi cedolari definitivi che potranno essere confermati o rivisti, ma solo al rialzo, in base all’andamento del mercato il giorno di chiusura dell’emissione”.
Conclusioni
Potrebbe rivelarsi uno strumento adeguato per chi, dopo aver pianificato, ha esattamente questa esigenza temporale (4 anni), una quota di capitale opportuna da dedicare, e un’utilità reale nel ricevere un flusso periodico in entrata. Ossia una minoranza assoluta rispetto alla mole di sottoscrittori a cui verrà venduto indiscriminatamente nei prossimi giorni. Per il resto è l’ennesimo caso di situazioni che attirano un’attenzione spropositata rispetto alla loro reale rilevanza – marginale – per un investitore, dati gli incentivi in fase di collocamento che portano alla spinta commerciale di cui parlavo all’inizio. Una volta dedicato un piccolo slot mentale a queste considerazioni, il consiglio è di passare oltre e preoccuparsi delle reali necessità che abbiamo come risparmiatori e investitori.
BTP Valore: convengono? Il commento di Forbes
I BTP Valore avranno cedole crescenti, quindi non un tasso unico ma a progressione. Fra cedole annuali che vanno dal 3,25 al 4%, e premio fedeltà finale pari allo 0,5% (più alto rispetto allo 0,08% dell’ultimo BTP Italia), il BTP Valore risulta uno strumento interessante, pronto a far gola all’investitore. A titolo puramente indicativo, i BTP a quattro anni – con scadenza nel 2027 – hanno un tasso che si aggira tra il 3,48 e il 3,56% lordo; un BTP a 5 anni ha un tasso del 3,64/3,68%.
Tuttavia, è difficile dire con certezza se investire nel BTP Valore di giugno 2023 conviene oppure no. Ciò dipende da diversi fattori, in primis la propria situazione personale e gli obiettivi di investimento. In ottica di diversificazione del portafoglio, comprare BTP Valore potrebbe essere un buon investimento, ma tieni in considerazione il rischio del rialzo dei tassi di interesse: in caso di aumento, il valore dei titoli di Stato diminuisce.