BTP Valore dal 5 al 9 giugno. Conviene comprarli? Non poi così tanto

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BTP Valore: convengono? — 
Riprendiamo le considerazioni, decisamente non così positive, pubblicate sulla pagina Facebook di Wikilix – Investimenti e Finanza Personale, un gruppo con oltre 30.000 followers. Intervento pubblicato a firma di Lorenzo Volpi

Il nuovo BTP Valore

Negli scorsi giorni è stata annunciata l’emissione del nuovo BTP Valore. Vuoi per il fascino irresistibile che questo strumento ha per l’italiano medio, vuoi per le forti spinte commerciali, si finisce inevitabilmente a dover fare delle considerazioni a riguardo. Chi ha pianificato e investito adeguatamente può dormire sereno anche senza conoscerne i dettagli; ma per chi si sta comunque interrogando, ecco delle domande generali per prepararsi, ancor prima delle informazioni specifiche che usciranno nei prossimi giorni.

È effettivamente utile all’interno della mia pianificazione finanziaria?
Questa è la prima domanda da porsi, che dovrebbe essere scontata ma per molti non lo sarà. Infatti, la collocazione dei BTP è l’esempio più estremo di approccio “top-down”, dall’alto verso il basso: l’esigenza non parte dai risparmiatori, ma dagli intermediari fortemente incentivati a collocare il prodotto. Quindi, la dinamica tipica sarà quella del risparmiatore che si fa i fatti suoi, a cui arriverà la classica mail/telefonata della banca per proporre i nuovi scintillanti BTP, casualmente proprio quelli adatti a lui.
E già questo è un primo ENORME problema. La scelta dei prodotti finanziari deve procedere in modo opposto: sarò io a partire dalle mie esigenze, e andrò dall’intermediario con la mia “lista della spesa” di prodotti che voglio acquistare da lui. Se avviene il contrario, è pressoché impossibile che si stiano facendo i miei interessi. Ma ammettiamo di essere noi a valutare questa esigenza; a quel punto la prima grande domanda in termini di pianificazione sarà “Ho veramente bisogno di un’entrata periodica?”

Cedole semestrali

Come negli altri casi, i BTP Valore pagheranno una cedola semestrale. Ma ho davvero questa necessità?
Le cedole ingolosiscono fin troppo facilmente. L’effetto psicologico di ricevere soldi “gratis” e “garantiti” sul conto è appagante, ma non è realmente utile, anzi è inefficiente per chi ha finalità di accumulo (oltre al fatto che “cedola” non è sinonimo di “rendimento”, ma a quanto pare per molti non è così chiaro).
C’è un motivo valido per cui preferisco un’entrata periodica ad un accumulo nel tempo? Se no, pensiamo ad altro; se sì, passiamo alla prossima considerazione: Ho valutato bene i rischi?

I rischi

Si tratta di un titolo singolo, quindi il primo rischio è legato alla concentrazione. In particolare, è un’obbligazione emessa da un debitore con rating BBB, uno step sopra i “junk bond” (spazzatura). Inoltre, vivendo e lavorando in Italia, si è già esposti in modo massiccio al rischio Paese, che gli investimenti dovrebbero andare a mitigare, e non accentuare.
Questa serie di considerazioni ha una sola conseguenza: un investimento di questo genere può essere adatto soltanto ad una parte marginale del proprio capitale. Altrimenti si tratta di un’esposizione eccessiva, in totale home bias e fiducia irrazionale nei confronti dell’Italia. Oltre a ciò, il rischio legato ai tassi e le sue conseguenze sui prezzi (o sul costo opportunità di mantenere sino a scadenza uno strumento meno efficiente) è sempre presente, come per ogni obbligazione.
Breve parentesi più generale, un rendimento più elevato rispetto ad obbligazioni analoghe di altre nazioni europee vuol dire solo due cose: l’Italia è vista come sempre più rischiosa, e gli interessi che deve pagare sul debito sono e saranno sempre di più. È veramente uno scenario così positivo e auspicabile per una cedola un po’ maggiore? Personalmente preferisco che i guadagni dei miei investimenti non dipendano così tanto da un peggioramento dello stato di salute della nazione in cui risiedo, ma ognuno faccia le sue considerazioni.

I tassi minimi

Titola entusiasticamente Il Sole 24 Ore giovedì scorso: “Rendimento netto fino al 3,1% Il tasso effettivo pareggia le stime di inflazione. In pista 18,8 miliardi di due BTp Italia appena scaduti. Sui conti liquidità a 1.520 miliardi”. E aggiunge: “La battaglia è sempre quella con l’inflazione. Il BTp Valore in offerta da lunedì non è indicizzato, e questa è la differenza principale con il BTp Italia che fin qui è stato il protagonista quasi assoluto sulla scena dei bond governativi dedicati ai piccoli investitori. Ma offre, e qui arriva la seconda caratteristica che separa i due titoli, un rendimento che cresce nel tempo mentre le prospettive dell’indice dei prezzi sono in discesa”.
Più preciso il sito di Forbes: “Il Ministero dell’economia e delle finanze ha comunicato che i tassi cedolari minimi garantiti per la prima emissione del BTP Valore (codice ISIN IT0005547390) sono i seguenti:

  • 3,25% per il primo e secondo anno
  • 4,00% per il terzo e quarto anno

Al termine del collocamento verranno annunciati i tassi cedolari definitivi che potranno essere confermati o rivisti, ma solo al rialzo, in base all’andamento del mercato il giorno di chiusura dell’emissione”.

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Conclusioni

Potrebbe rivelarsi uno strumento adeguato per chi, dopo aver pianificato, ha esattamente questa esigenza temporale (4 anni), una quota di capitale opportuna da dedicare, e un’utilità reale nel ricevere un flusso periodico in entrata. Ossia una minoranza assoluta rispetto alla mole di sottoscrittori a cui verrà venduto indiscriminatamente nei prossimi giorni. Per il resto è l’ennesimo caso di situazioni che attirano un’attenzione spropositata rispetto alla loro reale rilevanza – marginale – per un investitore, dati gli incentivi in fase di collocamento che portano alla spinta commerciale di cui parlavo all’inizio. Una volta dedicato un piccolo slot mentale a queste considerazioni, il consiglio è di passare oltre e preoccuparsi delle reali necessità che abbiamo come risparmiatori e investitori.

BTP Valore: convengono? Il commento di Forbes

I BTP Valore avranno cedole crescenti, quindi non un tasso unico ma a progressione. Fra cedole annuali che vanno dal 3,25 al 4%, e premio fedeltà finale pari allo 0,5% (più alto rispetto allo 0,08% dell’ultimo BTP Italia), il BTP Valore risulta uno strumento interessante, pronto a far gola all’investitore. A titolo puramente indicativo, i BTP a quattro anni – con scadenza nel 2027 – hanno un tasso che si aggira tra il 3,48 e il 3,56% lordo; un BTP a 5 anni ha un tasso del 3,64/3,68%.

Tuttavia, è difficile dire con certezza se investire nel BTP Valore di giugno 2023 conviene oppure no. Ciò dipende da diversi fattori, in primis la propria situazione personale e gli obiettivi di investimento. In ottica di diversificazione del portafoglio, comprare BTP Valore potrebbe essere un buon investimento, ma tieni in considerazione il rischio del rialzo dei tassi di interesse: in caso di aumento, il valore dei titoli di Stato diminuisce.