Continua l’andamento positivo dei dati Usa, impennata dell’inflazione in Germania

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Continua la serie di dati positivi negli Stati Uniti: il PIL è cresciuto del 2% a un tasso annualizzato tra gennaio e marzo a dispetto dell’1,3% atteso. Questi dati mettono in discussione la narrazione per cui l’economia più grande del mondo sarebbe prossima a una recessione. Nel frattempo, le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono scese a 239.000, contro aspettative di 264.000, il livello più basso da maggio. Sulla scia dei numeri, le probabilità implicite di un aumento dei tassi della FED per il mese prossimo sono salite all’82%, il che ha messo sotto pressione l’oro.

Nel frattempo la Germania continua ad essere il malato d’Europa poiché l’inflazione complessiva del paese a giugno è salita al 6,4% rispetto al 6,1% di maggio, mentre l’inflazione core è salita dal 5,4% al 5,8%. Il picco è dovuto all’effetto base, dopo che la Germania ha ridotto i sussidi ai trasporti che erano stati introdotti l’anno scorso. Questo significa che il costo dei trasporti è cresciuto sinteticamente. Il dato sull’inflazione tedesca dovrebbe pesare sul dato complessivo dell’Eurozona atteso per venerdì.