L’oro è entrato in un nuovo regime: tornerà a salire

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Negli ultimi 18 mesi, le banche centrali delle economie avanzate hanno aumentato i tassi di interesse ai livelli più alti degli ultimi trent’anni. Ciononostante, l’oro ha continuato a registrare forti scambi, fino a superare i 2.050 dollari per oncia a maggio.

Le ragioni di questa performance sono molteplici

Anzitutto, le banche centrali sono state grandi acquirenti di oro. Nel 2022 hanno acquistato oltre 1.000 tonnellate di oro fisico – la quantità più grande mai registrata – e questa corsa agli acquisti è proseguita anche nel 2023. Il forte aumento degli acquisti di oro è probabilmente una conseguenza della decisione delle banche centrali dei Paesi occidentali di porre sanzioni sulle riserve valutarie della banca centrale russa nel 2022. Per questo, le banche centrali dei mercati emergenti hanno iniziato a diversificare le loro riserve in oro a un ritmo molto più rapido rispetto al passato. Questo interesse all’acquisto ha portato a significativi aumenti di prezzo, che hanno più che compensato l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse delle banche centrali. La People’s Bank of China ha acquistato una quantità particolarmente elevata di metallo giallo nel 2022.

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In secondo luogo, l’oro ha beneficiato dell’aumento dei livelli di rischio geopolitico. Riteniamo che questo sarà un fattore costante nei prossimi anni, con l’acuirsi delle tensioni internazionali, e sosterrà ulteriori aumenti dei prezzi del metallo giallo.

Inoltre, l’aumento dei tassi d’inflazione in tutto il mondo ha colto di sorpresa gli investitori nell’ultimo anno e ha spinto al rialzo il prezzo dell’oro. La maggior parte delle previsioni delle banche centrali continua a mostrare pressioni inflazionistiche elevate nell’arco dei rispettivi orizzonti previsionali, il che significa che l’oro dovrebbe continuare a registrare scambi robusti nei prossimi mesi e anni.

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Riteniamo, poi, che il dollaro USA sia destinato a deprezzarsi in misura modesta nei prossimi trimestri, riflettendo la fine del ciclo di rialzi dei tassi della Fed. L’indebolimento del dollaro porta a un aumento dei prezzi dell’oro, perché l’oro è valutato in dollari. Dato che i nostri modelli mostrano che un calo dell’1% dello US Dollar Index porta a un aumento di circa 8 dollari l’oncia dei prezzi dell’oro, anche un calo del 10% dell’indice può avere un impatto significativo sui prezzi dell’oro.

Infine, notiamo che gli investimenti istituzionali restano ben al di sotto delle medie degli ultimi anni. Il totale degli ETF sull’oro si aggira intorno ai 9,5mila miliardi di dollari, un valore nettamente inferiore al picco del 2020 di 11mila miliardi di dollari. La domanda di oro fisico è aumentata notevolmente negli ultimi anni, con la maggior parte delle banche che ha segnalato un’impennata della domanda sia di monete che di lingotti. Riteniamo che l’aumento delle esposizioni degli investitori istituzionali, in linea con le medie storiche, porterà a ulteriori pressioni al rialzo dei prezzi.

A nostro avviso, le politiche restrittive delle banche centrali hanno raggiunto il loro picco, con l’inizio del calo dell’inflazione nei prossimi anni, i tassi d’interesse nominali subiranno un calo modesto. Ciò sosterrà i prezzi dell’oro, che nel medio termine dovrebbero salire a livelli di circa 2.100 dollari USA/oz. La correlazione relativamente bassa dell’oro con le altre principali asset class gli conferisce un ruolo importante in qualsiasi portafoglio diversificato.