Ebury: Il dollaro recupera dopo i dati economici deboli

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Gli asset rischiosi hanno faticato per tutta la scorsa settimana a causa del peggioramento del trend economico globale. Gli indici PMI dell’attività delle imprese hanno sorpreso al ribasso, in particolare nell’Eurozona, facendo riemergere i timori di una recessione. Il dollaro, che generalmente trae vantaggio dall’incertezza e dalla fuga dal rischio, ha confermato le attese la scorsa settimana. Il biglietto verde ha sovraperformato tutte le principali valute, tranne il dollaro canadese. La peggiore performance è stata ancora una volta quella della lira turca, che ha reagito al deludente e modesto rialzo dei tassi facendo scendere la valuta a un altro minimo storico.

 

Questa settimana verranno pubblicati pochi dati. Sono due gli eventi che dovrebbero attirare l’attenzione dei mercati: la conferenza dei banchieri centrali della BCE a Sintra e il rapporto flash sull’inflazione nell’Eurozona per il mese di giugno. Nella prima il presidente Lagarde della BCE e quello della Fed Powell terranno dei discorsi che verranno esaminati con attenzione alla ricerca di indizi sulle future mosse politiche. Il secondo chiuderà la settimana e noi, come di consueto, terremo sotto controllo il sottoindice dell’inflazione core.

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EUR

 

Le notizie negative provenienti dai dati PMI della scorsa settimana hanno messo fine al rally dell’euro. L’indice è coerente con una profonda contrazione del settore industriale. Anche i PMI dei servizi hanno registrato un calo inaspettato con la conseguenza che il valore complessivo si aggira ora intorno alla linea di demarcazione tra contrazione ed espansione, indicando apparentemente un’economia in fase di stallo. La BCE si trova ora tra l’incudine e il martello, di fronte alla stagflazione.

 

Nonostante il rallentamento dell’economia, il dato sull’inflazione core di giugno, in uscita questo venerdì, dovrebbe registrare un rimbalzo e rimanere ben al di sopra del 5%. Ci aspettiamo che la BCE mantenga la sua promessa e dia priorità alla lotta all’inflazione. Tuttavia, per ulteriori guadagni dell’euro potrebbe essere necessario attendere un chiaro segnale di crescita dell’economia dell’Eurozona.

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USD

 

In una settimana insolitamente tranquilla per quanto riguarda i dati e le notizie statunitensi, il dollaro si è mosso in relazione ad altri eventi, in particolare con i pessimi numeri PMI dell’Eurozona pubblicati venerdì. Il rallentamento dell’economia globale, l’aumento dell’avversione al rischio e una Federal Reserve che non ha ancora terminato i rialzi sono fattori positivi per il dollaro.

 

Resta da vedere se i dati reali confermeranno l’ammorbidimento che stiamo vedendo nei numeri PMI. Tuttavia, è possibile che il dollaro stia entrando in un periodo “wait and see”, mentre gli investitori attendono ulteriori report sull’inflazione e le comunicazioni della Federal Reserve per valutare il numero di rialzi rimanenti nell’attuale ciclo dei tassi d’interesse.

 

GBP

 

È stata una settimana intensa per i mercati finanziari britannici. Il rapporto sull’inflazione di maggio ha riservato un’altra brutta sorpresa sia nell’indice headline che in quello core, con quest’ultimo che ha raggiunto un altro massimo da quarant’anni. Il report deve aver fatto scattare tutti gli allarmi della Banca d’Inghilterra, che infatti poco dopo ha sorpreso i mercati con un rialzo di 50 punti base invece dei 25 previsti.

Sono mesi che sosteniamo che i tassi superiori al 6% nel Regno Unito fossero una possibilità concreta, dopo i risultati della scorsa settimana i mercati si sono finalmente trovati d’accordo con noi, prevedendo un tasso terminale superiore al 6%, il più alto tra le economie avanzate. La sterlina non ha beneficiato dell’aumento dei tassi, rimanendo in un range piuttosto stretto sia nei confronti dell’euro che del dollaro USA.