L’indagine Ania sul ricorso alla rendita vitalizia

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E’ stata pubblicata la rilevazione statistica annuale condotta dall’ANIA sul ricorso alla rendita vitalizia relativamente agli anni di esercizio 2019-2021 ha coinvolto tutte le imprese italiane ed extra-UE operanti nel settore vita. Sono state analizzate distintamente tre tipologie di contratto:

  • quelli di capitale con opzione di conversione in rendita (1° gruppo)
  • quelli di rendita differita (2° gruppo)
  • i contratti previdenziali – fondi aperti e PIP (3° gruppo).

Per ciascuna di queste tipologie si è proceduto al calcolo di alcuni indicatori statistici allo scopo di misurare il fenomeno della propensione alla rendita vitalizia, sia in termini di numero di contratti sia in termini di capitali maturati esigibili in forma di rendita.

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Nel triennio 2019-2021 il numero complessivo dei contratti giunti a scadenza è stato pari a 2,0 milioni, a fronte di un ammontare di capitali pari a 57,7 miliardi di euro (di cui quasi il 90% relativo a contratti di capitale sia in termini di numero sia in termini di importo).

Il capitale medio maturato è stato pari a 29.533 euro, di cui 30.088 euro relativamente a contratti di capitale, 38.330 euro relativamente a capitali di copertura di contratti di rendita differita e 20.420 euro relativamente a contratti previdenziali.

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In merito ai contratti che hanno dato luogo al pagamento della rendita, l’importo medio complessivo dei capitali maturati è stato pari a 55.951 euro: nel dettaglio, i contratti di capitale hanno registrato un ammontare medio pari a 79.288 euro, superiore di quasi 30.000 euro a quello dei contratti di rendita differita (51.197 euro) e di oltre 20.000 euro a quello dei contratti previdenziali (56.417 euro).

Analizzando le serie storiche si osserva che l’importo medio dei contratti di capitale, pari nel 2021 a 83.958 euro, risulta essere superiore a quelli registrati nel decennio precedente, ad eccezione del 2016 quando superava di poco gli 84.000 euro. In netto aumento anche l’importo medio dei contratti di rendita differita, pari nel 2021 a 56.315 euro, il più alto del decennio analizzato e, nel dettaglio, superiore di oltre 6.000 euro rispetto al biennio precedente.

Più contenuto invece l’aumento dell’importo medio dei contratti previdenziali, pari nel 2021 a 57.206 euro, circa 1.500 euro in più rispetto al biennio precedente ma superiore di oltre 25.000 euro rispetto agli anni precedenti.
La propensione alla rendita, cioè il rapporto tra le rendite attivate (sia come numero sia come importo) e i contratti in scadenza registra nel triennio analizzato andamenti diversi per le tre forme di contratto rilevate.

In termini di numero di contratti complessivi, nel triennio 2019-2021 la media ponderata del tasso di propensione alla rendita è stata pari allo 0,407% (0,392% registrato nella precedente edizione della statistica per gli esercizi 2018-2020), come conseguenza di un aumento del tasso nel 2021 che si attesta a 0,535% (era 0,399% nel 2020 e 0,326% nel 2019).

In termini di importi complessivi, la media ponderata del tasso di propensione alla rendita è stata dello 0,772% (0,698% nella precedente edizione della statistica per gli esercizi 2018-2020), con l’esercizio 2021 che registra un tasso annuo dell’1,057%, in aumento rispetto allo 0,719% del 2020 e allo 0,614% del 2019.

Nel dettaglio, in merito al numero dei contratti di capitale maturati, pari nel triennio 2019- 2021 a 1,7 milioni, la propensione alla rendita è stata dello 0,048%; nel biennio 2019-2020 si attestava a circa lo 0,042%, per poi salire nell’ultimo anno allo 0,065%.
Riguardo ai contratti di rendita differita, a fronte di 76 mila polizze maturate, il 5,658% ha visto l’erogazione di una rendita; tale percentuale è determinata da una propensione altalenante nel triennio analizzato, che registra il suo valore massimo nel 2019 con il 5,926%, per poi diminuire al 5,285% nel 2020 e risalire al 5,862% nel 2021. In termini di importi, invece, dei 2,9 miliardi di euro costituenti i capitali di copertura, il 7,557% ha effettivamente dato luogo all’erogazione in rendita, con il valore del 2021 aumentato all’8,300%, dal 7,034% del 2020 (il valore più basso del triennio analizzato).

Riguardo ai contratti previdenziali, nel triennio 2019-2021 sono giunte a scadenza 177 mila polizze e di queste l’1,595% ha visto l’erogazione di una rendita, con una propensione oscillante dall’1,321% nel 2019 all’1,736% nel 2021. In termini di importi, invece, la somma dei capitali maturati giunti a scadenza nel triennio analizzato sono stati pari a 3,6 miliardi di euro, di i cui il 4,408% ha effettivamente dato luogo all’erogazione in rendita, con il valore più alto nel 2021 pari a 4,691%, in ulteriore aumento rispetto al 4,566% nel 2020.