Segnali contrastanti dai dati sulla fiducia in Italia di giugno

-

Il quadro economico italiano che emerge dai dati sulla fiducia di giugno rimane sfaccettato, contrapponendo consumatori sempre più ottimisti a imprese più pessimiste

Consumatori più ottimisti

Il segnale più evidente viene dai consumatori. Avevamo previsto un miglioramento, ma non un balzo così consistente. La scomposizione dell’indice mostra un netto miglioramento sia del clima economico che di quello personale, che si estende alle componenti delle aspettative. Sulla scia di un contesto inflazionistico in lento miglioramento, riteniamo che la ragione stessa dell’ottimismo dei consumatori risieda in un mercato del lavoro molto resiliente. In effetti, la componente del sondaggio relativa alle aspettative di disoccupazione rallenta notevolmente nel mese. Se a questo si associa il calo del sottoindice sull’attuale opportunità di risparmio, riteniamo che la compressione dell’indice di risparmio italiano sia ancora in atto, con un possibile effetto positivo sui consumi privati.

Un prevedibile indebolimento della fiducia nel settore manifatturiero

Sul fronte delle imprese, il clima di fiducia è diminuito ancora una volta nel manifatturiero, registrando il livello più basso da gennaio 2021. In questo caso, il calo degli ordini si accompagna a un lieve aumento delle scorte, determinando il quarto calo consecutivo nella componente delle aspettative di produzione. La domanda più debole nei principali paesi di destinazione delle esportazioni, come la Germania, sta evidentemente facendo sentire il suo peso, e la componente interna legata al flusso di investimenti attivata dall’afflusso dei fondi del PNRR non è per il momento in grado di compensare. È interessante notare che il segmento dei beni di consumo sembra meno colpito.

Il rimbalzo della fiducia nelle costruzioni suggerisce che l’effetto di coda degli incentivi fiscali non è ancora terminato.

L’unico settore economico a segnalare un miglioramento è quello delle costruzioni. Con un rimbalzo di tre punti, l’indice è tornato vicino ai massimi storici, spinto dalla componente dell’edilizia residenziale. A quanto pare, l’effetto propulsivo dei generosi incentivi fiscali per le ristrutturazioni energetiche non si è ancora esaurito; evidentemente l’arretrato di lavori era così grande che la riduzione degli incentivi introdotti all’inizio dell’anno non ha ancora creato un ostacolo all’offerta.

I servizi sono scesi solo leggermente, con il turismo sorprendentemente debole

Il lieve calo della fiducia nei servizi è stato determinato da un netto aumento delle componenti trasporto, magazzinaggio e comunicazione e da un sorprendente calo dei servizi turistici. Quest’ultimo arriva dopo due mesi forti ed è guidato da forti cali sia negli affari correnti che negli ordini: un segnale di allarme per la stagione turistica in arrivo.

Una crescita del PIL contenuta ma positiva nel secondo trimestre sembra probabile

Nel complesso, idati di oggi suggeriscono che ci siano ancora le condizioni per cui il PIL cresca anche nel secondo trimestre. I consumi, che si erano dimostrati sorprendentemente forti nel primo trimestre, potrebbero non deludere anche nel secondo. Sul fronte degli investimenti, la componente edilizia sembra ancora in grado di fornire una certa spinta. Il fronte delle esportazioni nette, invece, sembra destinato a rimanere un freno alla crescita trimestrale. Continuiamo a ritenere che l’espansione del PIL dello 0,6% del primo trimestre sia difficilmente replicabile, ma un dato leggermente positivo nel secondo trimestre sembra altamente probabile.