Investitori retail italiani oltre le big tech: attira il lusso, punita Netflix

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Investitori retail italiani capitalizzano sull’AI, ma guardano già oltre: sì ai Magnifici 7, ma pronti a un posizionamento tattico su titoli oggi lontani dai massimi del passato, auspicando in una loro ripresa in linea all’andamento rialzista del mercato. Diverso, invece, l’atteggiamento degli utenti della piattaforma a livello globale, che nel secondo trimestre hanno cercato ulteriore esposizione al trend dell’intelligenza artificiale (AI).

Questi i dati resi noti da eToro, nella trimestrale analisi dei titoli più popolari tra i suoi utenti, nella quale sono stati messi a confronto i dati del primo e secondo trimestre 2023, osservando quali società hanno registrato la maggiore variazione proporzionale dei detentori, in Italia e nel mondo (tabella 1 e 2), esaminando anche i 10 titoli più diffusi sulla piattaforma.

Nel primo trimestre era emersa una divergenza nelle strategie degli investitori, con gli utenti italiani che avevano mostrato una predilezione per i titoli esposti allo sviluppo dell’AI, mentre gli utenti a livello globale avevano sfruttato il calo dei bancari per aumentare la propria allocazione sul settore.
Nel secondo trimestre si conferma una diversità nelle preferenze. Tra i 10 titoli che hanno visto un incremento maggiore di posizioni aperte trimestre su trimestre su eToro, a livello globale figurano diverse società relative all’AI: C3.ai ha avuto un aumento del 96% nel numero di utenti globali che detengono l’azione, mentre Koninklijke Philips ha registrato un +69% dopo il lancio di un nuovo software basato sull’intelligenza artificiale nel maggio scorso.

Gli utenti italiani hanno invece preso parziale profitto dalle posizioni aperte in precedenza nel comparto tech, pur confermando il predominio delle mega-Cap Usa nella lista dei titoli più popolari nei loro portafogli, volgendo poi lo sguardo su azioni con brand consolidati, alcuni dei quali al momento hanno valutazioni lontane dai loro massimi, ma con un forte potenziale al rialzo. In cima alla lista dei “Top risers” troviamo LVMH (+15% del numero di utenti italiani con posizioni aperte), seguita da NIKE, Moderna e Nikola con un +11% delle posizioni aperte.

Questa attitudine è in linea ai risultati dell’ultimo Retail Investor Beat di eToro, sondaggio condotto su un campione di 10.000 investitori retail a livello globale, dal quale emerge un progressivo deterioramento della fiducia degli investitori italiani nei confronti dello stato di salute dell’economia domestica e mondiale che spinge gli investitori a un atteggiamento più cauto.
Gabriel Debach, market analyst di eToro, commenta: “Quest’anno il settore del lusso ha registrato una forte sovraperformance, complice una rivalutazione che ha tratto beneficio dalla combinazione tra una domanda dei consumatori resiliente e un forte potere di determinazione dei prezzi. Basta pensare che LVMH è diventata la più grande società europea quotata in borsa, con una capitalizzazione di mercato vicina ai 500 miliardi di euro e 75 “maison” di marchi di lusso in sei segmenti.

“A ciò si aggiunge l’ampliamento della definizione di lusso: i titoli del lusso tradizionale “stretto”, che vendono pelletteria, abbigliamento, bellezza, orologi e gioielli, sono stati affiancati da titoli del lusso più “ampio”, tra cui Tesla, Ferrari, Pernod Ricard e Nike, che aiutano il settore a interagire più efficacemente con importanti gruppi demografici più giovani, guidati da vendite tecnologiche, esperienziali e online”.

Guardando ai titoli che hanno perso popolarità nel secondo trimestre 2023, al primo posto, sia a livello globale che italiano, vediamo la cinese Meituan, piattaforma per l’acquisto di prodotti e servizi di esercenti locali, inclusi intrattenimento, ristorazione, consegna e viaggi. A perdere appeal anche Netflix, addirittura al secondo posto tra i titoli con i maggiori cali nel numero di posizioni aperte dagli utenti italiani (-11%, -8% tra gli utenti a livello globale).

Debach aggiunge: “Da quando è stata quotata in borsa, Netflix ha attraversato molti periodi difficili, ma ha dimostrato di saper navigare in acque torbide. I risultati traballanti del primo trimestre e l’incertezza sul successo della nuova politica di stop alla condivisione dei profili hanno portato gli investitori a guardare oltre, in attesa di avere maggiore visibilità”.