Outlook per i mercati azionari: dal ritorno delle Big Tech al lusso

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In Europa, i leader globali si destreggiano nella nuova realtà

L’economia europea ha dimostrato un’ottima tenuta nonostante la guerra in Ucraina, l’inflazione alle stelle e l’aumento dei tassi di interesse. I consumatori hanno continuato a spendere, viaggi e turismo sono aumentati e le società europee beneficiano di una combinazione di crescita interna modesta e di opportunità internazionali, tra cui la riapertura dell’economia cinese.

Infatti, alcune delle multinazionali europee di maggior successo sono molto abili a sfruttare flussi di reddito esterni, dall’Asia all’America Latina fino agli Stati Uniti. Ad esempio, il farmaco per la perdita di peso Wegovydi Novo Nordisk ha registrato un’enorme domanda a livello mondiale, che ha indotto la società danese quasi a raddoppiare le previsioni di vendita rispetto al 2019.

In Europa, alcune società possono prosperare anche in un contesto economico difficile ma è importante la ricerca fondamentale bottom-up.

Nel settore dei beni di lusso, molti dei marchi d’élite del mondo hanno sede in Europa, ma i relativi clienti vivono in tutto il mondo. Il colosso francese del lusso LVMH ha registrato un fatturato record di 86 miliardi di dollari USA nel 2022, grazie soprattutto alla forte domanda proveniente da Stati Uniti e Giappone.

Una delle ragioni per cui queste società hanno il potenziale per superare le controparti locali è che sono soggette a forze competitive globali, che possono incentivare l’innovazione. L’esperienza che acquisiscono è difficile da replicare.

Nuove opportunità di crescita in arrivo

Le Big Tech sono tornate. Molti dei titoli che hanno sostenuto l’ultimo ciclo rialzista del mercato sono anche alla guida della nascente ripresa, tra cui Amazon, Apple, Microsoft, Meta e Nvidia –ossia i cinque titoli decisivi per il rialzo dell’indice S&P 500 di quest’anno (dati al 31 maggio).

Non sappiamo se questo trend proseguirà, ma finora l’indice Nasdaq Composite, ad alto contenuto tecnologico, ha guadagnato circa il doppio rispetto al rendimento dell’indice S&P.

Oggi, tuttavia, i titoli tecnologici non sono più l’unico investimento su cui puntare. Nell’ultimo anno il mercato ha iniziato a offrire maggiori opportunità anche nei settori di energia, sanità e prodotti industriali, oltre che tra i tradizionali titoli orientati al valore e che distribuiscono dividendi. I rendimenti hanno smesso di essere realizzati solo da una dozzina di società statunitensi, ma ora risultano più equamente distribuiti in tutto il mondo. Il mercato ha registrato un forte ampliamento dalla fine del 2021, a differenza di quanto accaduto nei sei anni precedenti. Ci sono molti temi secolari robusti e di lungo periodo in settori diversi da quello tecnologico. Per quanto ci riguarda, siamo incoraggiati da tutte le opportunità che stanno emergendo in varie parti del mercato.

Anche in Giappone alla fine è arrivato il momento di incrementare i salari in un contesto di aumento dell’inflazione

Non c’è dubbio che il contesto demografico del Giappone sia stato critico nell’ultimo decennio. Tuttavia, le cose potrebbero cambiare, in quanto l’impennata dell’inflazione post-pandemia ha costretto le società giapponesi ad agire. In un paese in cui gli incrementi salariali sono rari, quasi il 30% delle società giapponesi leader di settore ha annunciato aumenti quest’anno. Ad esempio: Nintendo e Hitachi hanno annunciato incrementi rispettivamente del 10% e di quasi il 4%. Fast Retailing ha deciso di aumentare i salari dei dipendenti fino al 40%. Gli ingenti aumenti salariali saranno controproducenti per gli utili aziendali ma i margini di profitto sono ai massimi da molti decenni; pertanto, molte società giapponesi possono permettersi di condividere la ricchezza. Funzionari pubblici e sindacati giapponesi sono d’accordo e hanno promosso un aumento generalizzato degli stipendi di circa il 3,8% quest’anno, pari all’incirca all’inflazione inerziale, salita al massimo degli ultimi 41 anni (fonte: Statistics Bureau of Japan). La disponibilità delle società a concedere aumenti salariali è perfettamente correlata alle relative aspettative di crescita della domanda a tre anni di distanza e questa tendenza potrebbe essere di buon auspicio per la spesa al consumo in futuro.

Con la riapertura della Cina, le valutazioni azionarie sono interessanti ma la cautela è d’obbligo

Quando si pensa di investire in Cina, le sfide sono evidenti. Le tensioni geopolitiche sono elevate, la crescita a medio-lungo termine potrebbe rallentare il passo rispetto al ritmo mantenuto nei decenni precedenti e il settore immobiliare è impantanato nel debito. Detto questo, la Cina non ha rinunciato al ruolo di seconda economia al mondo per dimensioni e offre alcune opportunità di investimento nonostante i rischi. In Cina ci sono grandi imprenditori e i grandi mercati a cui hanno accesso non sono scomparsi nonostante le preoccupazioni geopolitiche e le restrizioni imposte al settore privato. L’economia cinese sembra in miglioramento dopo che il governo ha eliminato le restrizioni dovute al COVID alla fine del 2022 e ha ristabilito la priorità della crescita. Gli aeroporti sono in fermento. Cinema e ristoranti sono pieni. E i turisti cinesi stanno affollando le destinazioni asiatiche preferite.

Sia le multinazionali sia le imprese locali potrebbero beneficiare della riapertura del paese. Il colosso dei beni di lusso LVMH ha visto impennare la domanda proveniente dalla Cina. Starbucks e McDonald’s hanno in programma di aprire altri negozi. Nel frattempo, i produttori nazionali di beni di consumo, gli hotel e gli operatori dei casinò di Macao potrebbero beneficiare enormemente della ripresa dell’economia.

Ma la cautela è d’obbligo. Sebbene le valutazioni delle azioni cinesi rimangano depresse rispetto alle medie di lungo periodo, è necessario valutare il premio al rischio che si applica alle azioni, che incide sul multiplo che si è disposti a pagare per tali azioni.