Cavallaro (Cisal). Previdenza: integrazione di garanzia per pensioni adeguate

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“L’attuale sistema pensionistico italiano poggia le sue basi su una contraddizione di fondo data da un anomalo innesto del metodo di calcolo contributivo, su un sistema a ripartizione, che abbasserà sempre di più l’importo degli assegni. In questo scenario concentrarsi solo sull’età pensionabile, e magari prodigarsi per l’uscita anticipata di qualche decina di migliaia di lavoratori in più nel prossimo biennio, rischia di tradursi in una battaglia  di  retroguardia. Anche la previdenza complementare, da molti, indicata come una panacea, rappresenta un puro palliativo”.

Lo ha detto il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro. “Noi crediamo sia necessaria una riforma radicale cercando di garantire una pensione dignitosa secondo uno schema univoco, basato su un nuovo coefficiente per la rivalutazione dei montanti contributivi, che, per coerenza, dovrebbe  corrispondere al tasso di rivalutazione del Tfr e su una valutazione di congruità dell’assegno pensionistico effettuata all’atto del collocamento in quiescenza, richiedendo correttivi nel caso in cui esso risultasse inadeguato, in primis attraverso una progressiva detassazione dell’assegno percepito”.

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La pensione minima

La circolare INPS 3 aprile 2023, n. 35 fornisce le istruzioni, gli importi, le modalità di calcolo e pagamento dell’aumento delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo. Il beneficio è riconosciuto dal 1° gennaio 2023 fino a dicembre 2024, con riferimento all’importo della pensione lorda complessiva pagata ogni mese, compresa la tredicesima.

L’ integrazione al trattamento minimo rappresenta una forma di tutela verso quei pensionati che si trovano al di sotto di un determinato reddito e quindi con un assegno pensionistico insufficiente a garantire una vita dignitosa.

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L’importo dell’integrazione pensione al minimo si calcola sottraendo al limite annuo fissato dalla legge il reddito personale o coniugale del pensionato, dividendo il risultato per 13 mensilità. Il risultato viene aggiunto alla pensione già percepita e determina l’ammontare esatto della pensione minima. L’aumento dell’integrazione pensione al minimo per il 2023 è calcolato nella misura di 1,5 punti percentuali, elevati a 6,4 per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni, e di 2,7 punti percentuali per il 2024. Il limite di reddito per ottenere interamente l’integrazione è di 7.328,62 euro annui nel 2023 per i pensionati non sposati o separati. Per chi percepisce un reddito superiore, ma inferiore a 14.657,24 euro nel 2023, è prevista l’integrazione parziale. Oltre a questo limite non spetta alcuna integrazione