Il rischio maggiore è una revisione al ribasso degli utili attesi, indotta da rallentamento economico e deteriorate condizioni di credito

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La settimana appena trascorsa ha ulteriormente accentuato la performance negativa dei mercati finanziari da inizio agosto, a causa di tassi di interesse in rialzo, soprattutto in termini reali e alle cattive notizie provenienti dall’economia cinese. Ciò avviene per di più in un contesto di minore liquidità dei mercati, come è tipico dei mesi estivi. La correzione dei mercati azionari globali ha seguito la dinamica di Wall Street, colpita paradossalmente da un’economia locale ancora resiliente, che ha ridotto le speranze di una FED che possa presto iniziare a tagliare i tassi di interesse.

Il quadro macro Cinese è in deciso peggioramento, con dati di crescita sensibilmente sotto le attese, timori di deflazione e un settore immobiliare in forte difficoltà che mette a rischio la tenuta del sistema finanziario/creditizio, soprattutto quello non bancario (cosiddetto shadow banking system).

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Preoccupa il rallentamento globale del settore manifatturiero e i timori che anche i consumi, finora sostenuti da bassa disoccupazione, dal supporto fiscale e dalla disponibilità dei risparmi accumulati durante il periodo della pandemia, possano a loro volta rallentare. Gli investitori appaiono in questo momento divisi tra chi ritiene ancora possibile un rientro dell’inflazione senza forti ripercussioni sulla crescita da un lato e chi invece vede sempre più probabile una recessione, più o meno accentuata, come unica via per ridurre stabilmente l’inflazione.

Nei prossimi giorni l’evento più importante sarà l’annuale simposio di Jackson Hole, dove c’è molta attesa per ciò che dirà il Governatore Fed Powell soprattutto in tema di persistenza di tassi di interesse elevati; recenti studi della Federal Reserve ipotizzano tassi di interesse “neutrali” che possono collocarsi a livelli più elevati di quanto stimato finora (higher for longer). Molto dipenderà dalla profondità della eventuale recessione.

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Finora i mercati azionari hanno beneficiato di trimestrali sostanzialmente positive; nel medio termine, però, il rischio maggiore è una revisione al ribasso degli utili attesi, indotta dal rallentamento economico e dal deteriorarsi delle condizioni di credito. Il recente rialzo dei tassi ha favorito un recupero dei settori difensivi rispetto ai ciclici e dei settori value rispetto ai growth; si tratta di dinamiche che potranno persistere se il recente movimento al rialzo dei tassi dovesse confermarsi.