BTp Valore 2028 in emissione dal 2 al 6 ottobre. Ma ne vale la pena?

-

Come per la precedente emissione, il BTP Valore potrà essere acquistato esclusivamente dai piccoli risparmiatori attraverso il proprio home banking, se abilitato alle funzioni di trading online, o rivolgendosi al proprio referente in banca o all’ufficio postale presso cui si possiede un conto corrente con il conto deposito titoli.
L’investimento potrà partire da un minimo di 1.000 euro, avendo sempre la certezza di veder sottoscritto l’ammontare richiesto. Il titolo di Stato potrà essere acquistato alla pari (prezzo pari a 100) e senza commissioni durante i giorni di collocamento.
Sul BTP Valore si applica la consueta tassazione agevolata per i titoli di Stato pari al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione, su cedole e premio fedeltà. I sottoscrittori, come sempre, potranno cedere interamente o in parte il titolo prima della sua scadenza (rinunciando al premio di fedeltà), senza vincoli e alle condizioni di mercato. Il capitale sottoscritto è garantito a scadenza.

I vantaggi? Un po’ pochi

Premesso che l’inflazione media nel periodo Gennaio 2023 – Luglio 2023 è stata del 7,9%. e quella degli ultimi 12 mesi, periodo Agosto 2022 – Luglio 2023, era del 8,9%. risulta per lo meno strano che si possa prevedere una decelerazione tale da trasformare il rendimento atteso di questa emissione così allettante.

Mah! Anche se si sottolinea che per la prima volta i piccoli risparmiatori riceveranno cedole ogni tre mesi e al termine dei 5 anni, come in altri casi, ci sarà un extra premio finale di fedeltà, l’inflazione farà purtroppo la parte del leone.

Come sempre, c’è un po’ di leggerezza nei titoli di alcuni mezzi di informazione… addirittura “BTP Valore a 5 anni: rendimenti pazzeschi con cedola trimestrale” spara il sito www.informazione.it . Ma… dove? Invece, e giustamente, il sito www.msn.com richiama l’attenzione sul fatto che il il rendimento del bond del Tesoro quinquennale ordinario, in queste ultime sedute, viaggia attorno al 3,85%. Questo implica che, in media la cedola annua dovrà essere non inferiore a tale tasso, proprio come minimo benchmark. E aggiungono “Percepire quasi il 4% all’anno sarebbe buona cosa se l’inflazione durante il periodo dell’investimento fosse attorno allo zero, cattiva con un’inflazione al 5-6%”
Insomma …. diremmo che i rendimenti dei BTp resterebbero comunque bassissimi.

Il bond avrà sì cedole crescenti, ma il tasso lordo annuale sarà reso noto insieme al codice ISIN solo venerdì 29 settembre. Al termine del collocamento, i tassi minimi garantiti annunciati potranno essere confermati o aumentati. Ci mancherebbe che potessero anche essere diminuiti.

Comunque finché questi parametri non saranno noti, sospendiamo il giudizio. In ogni caso non c’è da parlare di “rendimenti pazzeschi”, proprio no!