Gestione dei rischi ESG: il ruolo del settore assicurativo

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A firma di Sauro Mostarda, CEO di Lokky

Il Green Deal, l’Accordo di Parigi sul Clima e i Sustainable Development Goals dell’Agenda ONU 2030 testimoniano gli sforzi regolamentari messi in atto a livello europeo ed internazionale nella transizione verso una società più sostenibile. Queste iniziative, finalizzate alla lotta ai cambiamenti climatici e alla decarbonizzazione dell’economia europea, hanno un impatto sulla vita e l’attività delle imprese: l’obiettivo è incentivare le organizzazioni nell’adozione di modelli di business più sostenibili che, in ottemperanza alla normativa ESG, possano facilitare il cammino verso una integrale transizione ecologica.

Oltre a una dimensione del rischio meramente finanziaria, le aziende devono valutare anche i rischi connessi alla componente ambientale, sociale e di governance, ovvero “ESG”. Nonostante non esista una definizione univoca, questi ultimi vengono inquadrati dal settore bancario come i rischi ed opportunità, derivanti da fattori ESG presenti o prospettici, che possono avere un impatto negativo o positivo nella società. Le aziende che adottano un approccio sostenibile nel proprio piano strategico possono godere di diversi vantaggi.

In primis l’approccio sostenibile, oltre a garantire un avanzamento nelle tecnologie e nei processi, porta ad una riduzione delle esternalità negative derivanti dall’attività imprenditoriale; in secondo luogo, considerare nelle scelte d’investimento, attraverso la rendicontazione non finanziaria, anche parametri di natura ambientale e sociale, consente di avere una visione del rischio intrinseco all’investimento totale; in ultimo, un approccio di stampo sostenibile evita quella miopia manageriale che ha caratterizzato i mercati finanziari dell’Occidente fino ad oggi, prospettando un piano di sviluppo rivolto anche alle future generazioni.

In questo scenario, le assicurazioni possono svolgere un ruolo chiave, da un lato, attraverso l’analisi dei rischi ESG a cui sono esposti imprese e professionisti e, dall’altro, implementando attività corporate e istituzionali orientate alla promozione della transizione energetica.

  • Le compagnie assicurative possono incentivare i loro clienti a mettere in campo pratiche sostenibili, offrendo sconti o agevolazioni sulle polizze per coloro che adottano misure di mitigazione dei rischi ambientali.

  • Le compagnie possono identificare l’esposizione di un’impresa al cambiamento climatico e incorporarla nell’analisi di valutazione dei rischi, eventi meteorologici estremi, inondazioni o incendi, ecc., e procedere con l’adeguamento delle tariffe e delle coperture in base a queste valutazioni.

L’Italia ha attualmente il più grande gap di protezione rispetto a questa tipologia di rischio: secondo i dati del Rapporto Sigma il suo divario di protezione per il rischio sismico è uno dei più grandi al mondo. Inoltre, alluvioni e frane si verificano in Italia più frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale, i principali fattori di rischio sono le inondazioni improvvise, le piene dei fiumi e le colate di fango. Nel nostro Paese, però, soltanto il 5% delle abitazioni ha una copertura assicurativa contro terremoti e alluvioni, a fronte di un rischio, alto o medio-alto, che riguarda almeno il 78% degli edifici adibiti ad abitazione.

  • Le assicurazioni possono sviluppare prodotti per il settore delle energie rinnovabili e delle tecnologie a basso impatto ambientale. Queste soluzioni possono coprire rischi legati all’efficienza energetica, ai progetti di energia solare e eolica e alle infrastrutture sostenibili.

  • Le compagnie possono contribuire attivamente al dibattito pubblico e sostenere politiche governative a favore della tutela ambientale e la transizione energetica, anche attraverso la partecipazione a gruppi di lavoro e l’adesione a normative ESG più rigorose.

In questo scenario risulterà fondamentale anche l’apporto dell’intelligenza artificiale, degli smart analytics e dell’IoT: gli algoritmi impiegati nella valutazione del rischio saranno, infatti, funzionali a garantire una piena efficienza operativa e una identificazione e gestione, ancora più rigorosa, dei rischi ambientali.