Nadef. Tagliare due miliardi di spesa pubblica e privatizzare per 60 miliardi

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Il ministro dell’Economia dovrà tagliare due miliardi di spesa pubblica e privatizzare per 60 miliardi

Auguri …
Così titola Paolo Mazzanti direttore responsabile di InPiù. Anzi aggiunge… Giorgetti “mani di forbice”

Non invidiamo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, leghista bocconiano di Cazzago Brabbia (Varese), che il prossimo anno, secondo la Nadef che aumenta il deficit al 4,3% e ha provocato l’impennata dello spread fino a 200 punti, dovrà tagliare di 2 miliardi la spesa dei ministeri ed entro il 2025 dovrà vendere proprietà pubbliche per 60 miliardi: 1% di Pil l’anno (pari a circa 20 miliardi) per 3 anni. Impresa titanica, quasi impossibile, visto che la spesa pubblica sta aumentando senza freni: è arrivata, udite udite, a 1.148 miliardi, in aumento di più dell’8% rispetto al 2022. Ma ora, come ha detto in conferenza stampa bofonchiante e corrucciato, ci penserà lui: Giorgetti “mani di forbice”. E al giornalista che gli faceva notare che quest’anno solo due ministeri su 24 hanno presentato il previsto piano di risparmi, ha risposto che se i ministeri non collaborano, ci penserà lui.

In attesa delle forbici di Giorgetti, i politici aumentano allegramente le spese: i leghisti vogliono la rielezione diretta delle Province (cento presidenti, mille assessori, tremila consiglieri e relativi staff, auto blu, viaggi, convegni e chi più ne ha più ne spenda); i ministri aumentano direzioni generali (compreso il Mef), gonfiano staff e consiglieri e assumono decine di migliaia di nuovi dipendenti pubblici (per esempio nella scuola che perde studenti); il Senato ripristina i vitalizi; i consiglieri regionali si autoassegnano generose liquidazioni di fine mandato; i sindaci si aumentano gli stipendi e via sperperando. E nessuno propone misure che farebbero risparmiare, tipo l’accorpamento obbligatorio di Comuni e Regioni o la redistribuzione dei dipendenti pubblici tra uffici in esubero e uffici in deficit. Lo stesso Giorgetti si contraddice quando afferma che non è urgente cedere la partecipazione statale del 64% in Monte dei Paschi (Mps), che abbiamo pagato 5,4 miliardi, e nel frattempo sta perdendo in Borsa: nell’ultimo anno, anche a causa della sconsiderata tassa sugli extraprofitti delle banche, Mps ha perso il 60%. Che aspettiamo a cederla? Che arrivi a zero?

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