No alla recessione, sì alla ripresa. Dove posizionare i nostri investimenti?

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Non solo l’economia americana non è andata in recessione, ma negli ultimi tempi ha ripreso a crescere. Gli ultimi dati a disposizione suggeriscono addirittura un’accelerazione nel terzo trimestre, mentre l’inflazione è in rallentamento. Uno scenario “no landing” oggi appare meno improbabile. Come cogliere le opportunità della ripresa? Manteniamo la view di un’esposizione al rischio sia attraverso il mercato azionario che le obbligazioni corporate, mentre siamo cauti sul rischio di tasso.

Di fronte a dati macroeconomici che contraddicono le previsioni più pessimistiche per l’economia americana, un numero sempre maggiore di analisti oggi propone scenari di “soft landing” oppure di “no landing”, ipotesi quest’ultima che fino a qualche mese fa sembrava pazzesca.

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Ci troveremmo in uno scenario di “soft landing” se la Federal Reserve (Fed) riuscisse ad abbassare l’inflazione senza far aumentare enormemente la disoccupazione o causare una recessione. Invece, uno scenario di “no landing” si configurerebbe se l’economia continuasse a crescere indipendentemente dal risultato della politica della Fed sull’inflazione.

Gli ultimi dati a disposizione suggeriscono addirittura un’accelerazione dell’economia statunitense nel terzo trimestre. Per esempio, l’indicatore Nowcast della Federal Reserve di Atlanta prevede una crescita del Pil americano addirittura vicina al 6%, e il consenso per l’anno in corso è aumentato al 2%.

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Fonte: AXA IM, Bloomberg, agosto 2023

 

E se fosse “no landing”?

Non solo l’economia americana non è andata in recessione, come il consenso aveva previsto (noi inclusi), ma negli ultimi tempi ha ripreso a crescere. L’inflazione è in rallentamento rispetto all’estate 2022 e la disoccupazione misurata ad agosto è al 3,8%.

Il numero di nuovi posti di lavoro è stato superiore alle attese. Come si vede nel grafico sotto, siamo in un mercato ancora sbilanciato tra domanda e offerta di lavoro, dove le aziende si comportano prudentemente, consapevoli della difficoltà di trovare personale specializzato in un mercato ancora “tight”.

Fonte: AXA IM, Bloomberg

 

Come gestire il portafoglio in questo contesto?

In questo contesto, come dicevamo già a inizio anno, un approccio cauto sul rischio di duration potrebbe essere la scelta vincente. Per i nostri portafogli manteniamo la view di un’esposizione al rischio sia attraverso il mercato azionario che le obbligazioni corporate. Preferiamo prendere rischio di credito o rischio azionario rispetto al rischio di tasso.

Il mercato del credito rappresenta, secondo noi, una buona alternativa al Btp perché avere solo questo strumento in portafoglio potrebbe essere rischioso. Infatti, il profilo di rischio del Btp non viene percepito dal piccolo risparmiatore. Esiste innanzitutto un rischio Italia perché al momento il rating S&P è BBB. Poi c’è un rischio dal punto di vista del rendimento, come su tutto il reddito fisso, ragione per cui anche se il Btp rende oltre il 4% non dobbiamo abbandonare il concetto di diversificazione. In conclusione, con un rischio di credito leggermente minore si può investire in yield più alti rispetto al Btp utilizzando il mercato dei corporate europei.