Siamo all’alba di una rinascita per l’industria dell’uranio?

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Negli ultimi anni, il prezzo dell’uranio ha registrato un notevole aumento, attirando l’attenzione dei mercati internazionali e degli esperti del settore energetico. Questa tendenza ha suscitato un vivace dibattito sulle sue implicazioni e sulle cause sottostanti, tra cui la crescente domanda di energia nucleare a livello globale. Infatti, molti paesi stanno investendo nell’energia nucleare, che ha un ruolo strategico nella riduzione delle emissioni di gas serra e nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Questo ha portato a una maggiore richiesta di combustibile nucleare in molte economie, tra cui Cina, India, Giappone, Stati Uniti e diversi paesi europei.

Aumento globale dei progetti di reattori nucleari

Complessivamente, al di fuori di alcune eccezioni, si osserva un trend globale orientato verso la promozione dell’energia nucleare come principale fonte di approvvigionamento energetico. Ad esempio, la Cina è un paese che sta compiendo notevoli passi avanti nello sviluppo dell’energia nucleare, con la messa in funzione di ben 21 reattori nel corso degli ultimi cinque anni. Anche la Francia sta seguendo questa tendenza, e ha in progetto la realizzazione di una nuova generazione di reattori. Allo stesso modo, la Polonia sta intensificando i propri investimenti nel settore nucleare e ha l’obiettivo di costruire entro il 2038 fino a 80 reattori modulari di piccole dimensioni.

Secondo la World Nuclear Association (WNA), il numero di progetti per la costruzione di reattori nucleari è in continuo aumento in tutto il mondo, con attualmente 440 reattori già operativi e circa 100 progetti in fase di sviluppo. Si prevede che la capacità di produzione energetica nucleare aumenterà di quasi l’80%, il che comporterà un raddoppio della domanda di uranio entro il 2040. Questo rappresenta una vera e propria rinascita dell’industria nucleare, che verrà coadiuvata anche dal prolungamento dell’operatività dei reattori più datati.

L’alto prezzo dell’uranio stimola i produttori

Particolare importanza ricopre l’aumento dei prezzi dell’uranio, il principale combustibile di ’energia nucleare, che nel corso dell’anno ha visto aumentare i suoi prezzi di circa il 50%, la cifra più alta negli ultimi 12 anni, poiché le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza energetica hanno spinto i paesi a riconsiderare l’energia nucleare come un’opzione altamente conveniente, che era stata evitata per anni a causa del disastro di Fukushima del 2011. In quegli anni l’energia nucleare aveva perso appeal e i prezzi dell’uranio erano crollati a 18 dollari, ma questo mese il prezzo spot del concentrato di minerale di uranio ha raggiunto i 72,75 dollari, secondo la società di ricerca UxC, ben al di sopra del picco più recente di 63,75 dollari raggiunto nell’aprile 2022 a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

Tra i primari attori del settore vi è Cameco, il principale produttore di uranio in Canada, che si aggira sui massimi di 16 anni. Nonostante alcune sfide affrontate nel secondo trimestre del 2023, la società è ottimista riguardo all’opportunità di beneficiare degli aumenti di prezzo e della crescente domanda di uranio. Tra le sfide figurano le trattative sindacali e previsioni di produzione più contenute. Un altro partecipante rilevante è NexGen Energy, una società canadese che occupa dell’acquisizione e lo sviluppo di miniere di uranio. Il suo principale progetto, Rook I, è la più grande miniera di uranio del Canada, ma è ancora in fase di sviluppo, il che comporta un livello di rischio maggiore per gli investitori.

Il Kazakistan è il paese cardinale per l’estrazione dell’uranio, coprendo quasi il 43% della produzione globale, e la National Atomic Company Kazatomprom è uno degli attori principali. La società si dedica all’esplorazione di nuovi giacimenti di uranio, alla gestione delle miniere di uranio e alla produzione di combustibili nucleari e, nell’ultimo anno fiscale, ha registrato un incremento delle azioni del 40% e dei ricavi da 1,4 a 2 miliardi di euro, con un utile di 935 milioni di euro nel 2022.