Tenuta dell’economia USA al centro del dibattito in vista del meeting Fed

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Il terzo trimestre è stato caratterizzato da un’impennata dei consumi privati, a dimostrazione di quanto sia resiliente l’economia statunitense rispetto all’inasprimento monetario. All’inizio di quest’anno ci aspettavamo che i consumatori statunitensi avrebbero esaurito il risparmio in eccesso da spendere in un momento in cui il mercato del lavoro avrebbe iniziato a correggere seriamente. Sembra invece che la combinazione di creazione di posti di lavoro ancora solida, significativi aumenti dei salari nominali e disinflazione stia consentendo una crescita del potere d’acquisto più che dignitosa, mentre il tasso di risparmio è sceso di nuovo. La spesa è stata particolarmente forte per i beni durevoli, normalmente molto sensibili ai tassi di interesse. Sembra che i consumatori statunitensi siano ancora felici di ignorare la posizione della politica monetaria.

La tenuta dell’economia statunitense sarà probabilmente al centro delle domande che verranno poste a Jay Powell questa settimana. Il probabile proseguimento della pausa della politica monetaria è stato annunciato in modo esplicito nelle sue ultime dichiarazioni. L’inasprimento delle condizioni finanziarie indotto dal mercato aiuterà il FOMC a rimanere in modalità di vigilanza nonostante i dati sull’economia reale siano solidi, e contiamo che l’ECI (Employment Cost Index) per il terzo trimestre, che sarà pubblicato prima della riunione della Fed, confermi un rallentamento dei salari.

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Per contro, riteniamo che il PIL dell’Eurozona la scorsa estate sia rimasto in una fase di stagnazione. Ciò giustificherebbe ulteriormente, ex post, la cautela della Bce della scorsa settimana. Sebbene la conferenza stampa sia stata poco movimentata, vorremmo sottolineare la disponibilità del Consiglio direttivo a riconoscere esplicitamente l’impatto che l’inasprimento accumulato sta già avendo sulla dinamica dell’inflazione. La Bank Lending Survey conferma che la trasmissione monetaria sta funzionando “in modo energico” nell’Eurozona – per citare direttamente la Bce. Sebbene la posizione finanziaria del settore delle imprese costituisca un cuscinetto, cominciamo a percepire un certo disagio in alcuni settori dell’Eurosistema. Si sta facendo strada l’idea che forse la Banca Centrale si è spinta troppo oltre. Non pensiamo che i tagli dei tassi possano essere davvero a portata di mano prima della fine della prossima primavera, ma con gli effetti base che favoriscono la disinflazione nei prossimi mesi, ci aspettiamo che la Bce subisca pressioni significative da parte del mercato per adeguarsi ben prima di allora se, come ci aspettiamo, l’economia reale mostrerà una maggiore mediocrità.