La nuova politica fiscale cinese apre le porte agli investitori internazionali

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La Cina ha compiuto un passo significativo nella propria politica fiscale. Infatti, è stata approvata per il quarto trimestre del 2023 un’emissione aggiuntiva di titoli di Stato cinesi pari a 1 miliardo di Rmb (circa 140 miliardi di dollari), che di fatto aumenta il deficit fiscale del 2023 al 3,8%. Si tratta di un passo in avanti rispetto alla soglia del 3% che per molti anni è stata considerata dal governo una “linea rossa” da tenere in considerazione. Sebbene 1 miliardo di Rmb possa sembrare un’aggiunta relativa, secondo le stime del Consiglio di Stato cinese essa dovrebbe fornire al PIL una spinta aggiuntiva dello 0,4% nei prossimi tre o quattro trimestri.

Questa manovra fiscale dimostra la volontà del governo di agire a sostegno dell’economia. In passato, nel 1998, 2007 e 2020, sono state prese decisioni simili che hanno visto reazioni positive da parte del mercato dopo l’annuncio. Riteniamo che ciò avverrà anche questa volta, e questo aumento di fiducia potrebbe avere un effetto domino sui mercati finanziari cinesi. Ciò potrebbe potenzialmente offrire opportunità uniche agli investitori che desiderano capitalizzare la ripresa dell’economia e del mercato azionario cinese.

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A livello macro, i tagli dei tassi effettuati dalla banca centrale cinese hanno creato un ambiente monetario favorevole che dovrebbe stimolare la crescita. Una volta lasciata alle spalle la politica zero-Covid, i consumi interni in Cina sono tornati a crescere, anche se lentamente, e ciò è in parte dovuto dalla diminuzione del valore degli immobili che ha comportato a sua volta un calo della ricchezza delle famiglie cinesi. A questo proposito, il governo cinese sta intervenendo positivamente, abolendo le restrizioni fissate per l’acquisto di case e ridefinendo il concetto di “acquirente di prima casa”, al fine di sostenere i prezzi degli immobili. Ciò dovrebbe contribuire a rilanciare i consumi interni in Cina.

Al momento, il mercato azionario cinese è caratterizzato dalle valutazioni più basse da un decennio. Ciò non è dovuto ai fondamentali, ma alle preoccupazioni macroeconomiche, che nel 2022 hanno spinto gli investitori ad allontanarsi dal paese. Per questo è diventato fondamentale riconquistare la fiducia degli investitori.

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In quest’ottica, la Cina ha operato su più livelli: la Banca Popolare Cinese ha adottato una politica monetaria accomodante, ed il governo centrale ha emesso obbligazioni espandendo il bilancio e ha portato avanti riforme. Questi sforzi combinati evidenziano l’impegno della Cina nel rafforzare la fiducia degli investitori verso le prospettive di crescita del Paese.

Ci aspettiamo che gli investitori abbandonino gradualmente le loro preoccupazioni di fronte a fondamentali delle società cinesi che rimangono solidi. Infatti, queste aziende stanno consolidando attivamente le loro posizioni e i segnali di crescita dei ricavi sono già evidenti.

Con il rafforzamento dell’economia nazionale cinese, riteniamo che il mercato azionario sia pronto per una fase di crescita, in cui la performance dovrebbe essere finalmente guidata dai fondamentali. Ciò rappresenta un interessante incentivo per gli investitori globali a premiare i solidi utili delle società cinesi, che non si sono ancora riflessi pienamente nella performance azionaria.