Bond governativi europei: rendimenti positivi nel 2024, ottimismo sui Paesi periferici

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Con l’inflazione che dovrebbe continuare la sua tendenza al ribasso e le banche centrali potenzialmente orientate verso un atteggiamento più accomodante, riteniamo che il contesto sia maturo affinché i titoli di stato europei possano generare rendimenti positivi nel 2024.

Il calo dell’inflazione è senza dubbio uno sviluppo positivo dal punto di vista dei banchieri centrali, che possono iniziare a valutare se e quando avviare il prossimo ciclo di tagli dei tassi. L’inflazione nell’area euro è scesa sotto il 3% a dicembre e sembra destinata a raggiungere entro la fine dell’anno la zona del 2%, un livello molto inferiore rispetto alle ultime previsioni fatte dalla BCE. Anche se, nelle prossime settimane, la retorica dei banchieri centrali continuerà a mantenersi cauta, per evitare di generare eccessivi movimenti di mercato e mantenere ancorate le aspettative di inflazione, la tendenza di fondo suggerisce uno spostamento verso un orientamento più accomodante della politica monetaria.  Senza dimenticare che le condizioni finanziarie più accomodanti sarebbero di aiuto alla situazione macroeconomica dell’eurozona, che sta attraversando una fase di stagnazione. La Germania, la più grande economia dell’area euro, continua a sperimentare una persistente debolezza, con una contrazione dello 0,3% nel quarto trimestre. Le previsioni macro della BCE sono leggermente ottimistiche e prevedono un’inflazione un po’ troppo alta considerando la debolezza dell’UE. Ciò potrebbe fornire ulteriore sostegno ad un orientamento politico accomodante da parte della BCE nei prossimi mesi. La profondità dei tagli dei tassi rimane incerta e una variabile chiave da monitorare è se l’economia tedesca inizierà a riprendersi o se sarà necessario abbassare i tassi per rilanciare la crescita.

Al momento il consenso è che la BCE inizierà a tagliare i tassi all’inizio dell’estate, come menzionato da Lagarde nei giorni scorsi a Davos, ma la vera domanda è quanto sarà profondo questo ciclo di tagli. Al momento il sentiment del mercato propende per un primo taglio dei tassi da parte della BCE a giugno, con quattro tagli previsti entro ottobre.

I tassi core dell’Eurozona, dopo il movimento al ribasso osservato negli ultimi due mesi del 2023, quando hanno raggiunto l’area dell’1,90% da un picco del 3%, sono rimbalzati al 2,35%. Potrebbe trattarsi di un primo entry level per aumentare la durata dei portafogli, anche se si ritiene che possano rimanere all’interno di un range ancora per qualche mese, in attesa di ulteriori conferme dello scenario macroeconomico e del calo dell’inflazione. La curva dei rendimenti dell’euro è ancora chiaramente invertita: il BTP-Bund a 2 anni tedesco offre un rendimento di quasi 40 punti base superiore rispetto al tasso a 10 anni. Ma quando la banca centrale segnalerà l’intenzione concreta di tagliare i tassi, la curva dei rendimenti dovrebbe irripidirsi, con un ampliamento dello spread 2-10 anni nell’Eurozona e una probabile sovra performance dei titoli a medio-breve termine. Allo stesso tempo, iniziare ad aumentare la durata del portafoglio obbligazionario potrebbe rivelarsi un’utile strategia di diversificazione in caso di un contesto di avversione al rischio o di maggiore volatilità.

Considerate queste prospettive, riteniamo che gli investitori dovrebbero trarre vantaggio dagli attuali livelli di tasso per ottimizzare i rendimenti del portafoglio.

Per questo continuiamo a considerare i bond periferici come un buon modo per massimizzare i rendimenti nel 2024. Gli spread sul BTP-Bund a 10 anni si sono ridotti nelle ultime settimane, arrivando quasi a 150 bps, il più basso degli ultimi due anni, mentre gli spread spagnoli hanno sfiorato i 90bps. Gli spread potrebbero continuare a registrare buoni risultati grazie a vari fattori, tra cui l’atteggiamento positivo delle agenzie di rating, una crescita del PIL superiore alle attese e le aspettative che i futuri debiti fiscali saranno limitati dal Patto di stabilità e crescita dell’UE. Confermiamo quindi la nostra posizione positiva sulle obbligazioni periferiche, rispetto alle quali siamo sovrappesati rispetto al benchmark. Il rischio principale è l’elevata emissione netta prevista nelle prossime settimane; tuttavia, data la forte domanda non riteniamo che ciò avrà un impatto significativo sugli spread per ora. Entrambi i loro ultimi sindacati obbligazionari hanno mostrato un’enorme domanda, poiché l’appetito degli investitori per il carry e il rendimento continua.

In sintesi, date le prospettive favorevoli, riteniamo che gli investitori dovrebbero sfruttare gli attuali tassi di interesse elevati per ottimizzare i rendimenti in vista dei tagli dei tassi, aggiungendo al contempo la durata per la diversificazione in caso di un contesto di avversione al rischio o di maggiore volatilità.

Un altro modo per aumentare il rendimento ottenibile, oltre a diversificare adeguatamente il portafoglio, è investire in obbligazioni societarie: con la crescita economica probabilmente nella sua fase più debole, nella seconda metà del 2024 si prevede una ripresa che dovrebbe favorire il credito europeo Per quanto riguarda le obbligazioni societarie europee, ci sono buone opportunità per accumulare carry ed extra rendimenti esclusivamente con strumenti di alta qualità e con un buon rating, in particolare provenienti da solidi conglomerati finanziari e industriali con attività meno correlate al ciclo economico. Riteniamo che le scadenze comprese tra 1 e 5 anni offrano attualmente il miglior rendimento in termini di rischio, mentre nel corso dell’anno ci saranno probabilmente vantaggi nell’estendere l’esposizione per scadenze. I rischi di questa allocazione sono il costo più elevato del debito o le difficoltà impreviste delle singole società, che potrebbero non essere in grado di rifinanziare facilmente il proprio debito attraverso i consueti canali di prestito.