Amundi: neutrali sul rischio

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La vivacità dell’attività economica e le aspettative dei mercati riguardo alle politiche delle banche centrali e agli utili societari sono stati i fattori che hanno influito sui prezzi degli asset. Le valutazioni sono eccessive in alcuni segmenti come quello dei titoli a mega- capitalizzazione dove anche i margini degli utili sono elevati: la domanda chiave è se questi margini elevati giustifichino le valutazioni attuali. Inoltre, tutte queste società riusciranno ad aumentare rapidamente i loro fatturati mantenendo anche i margini in un contesto dove la concorrenza globale è maggiore e i consumatori hanno meno risorse? E poi risulta sempre più difficile capire in che direzione sta andando l’economia. A nostro avviso, in futuro saranno importanti i seguenti fattori:

  • Il rallentamento ritardato, ma consistente, dell’economia statunitense. Notiamo una contrazione della domanda interna a causa degli stimoli fiscali assenti o limitati e delle tensioni nel settore delle imprese. Finora i consumi sono stati supportati dai risparmi (in via di esaurimento) e dal ricorso eccessivo ai prestiti. Il mercato del lavoro si sta tuttavia indebolendo e questo supporto potrebbe venir meno, con conseguenze sull’economia.
  • Divergenze/crescita debole in Europa. La Germania, alle prese con numerose difficoltà strutturali, potrebbe registrare un forte ritardo nella crescita quest’anno a causa del debole andamento degli investimenti e delle esportazioni. La Spagna, invece, dovrebbe ottenere risultati leggermente migliori. Date le circostanze, in questa fase di transizione ecologica svolge un ruolo di primo piano la solidità collettiva dell’UE sul piano fiscale e politico.
  • La politica monetaria. La Fed, la BCE e la BoE inizieranno probabilmente a tagliare i tassi di interesse a partire dalla fine del primo semestre, con tagli complessivi nel 2024 rispettivamente di 100 pb per la Fed e di 125 per la BCE e la BoE. Se l’inflazione continuerà a scendere, verranno meno secondo noi i motivi per cui la Fed mantiene una politica monetaria restrittiva.

Ravvisiamo del valore in queste quattro aree:

▪ Cross asset. Abbiamo una posizione pressoché neutrale sulle azioni dei paesi sviluppati perché il ciclo economico sta avendo un andamento migliore del previsto. Poiché le valutazioni sono elevate, preferiamo non farci prendere dall’entusiasmo ed esploriamo opportunità nei mercati emergenti e in Giappone. Abbiamo assunto una posizione neutrale sugli Stati Uniti. Riguardo invece alla duration, siamo prudenti sul Giappone ma positivi sugli Stati Uniti e sull’Europa. Viste le potenziali tensioni fiscali e sorprese sul fronte dell’inflazione, gli investitori dovrebbero gestire in modo attivo la duration. Inoltre, l’eventuale vigore del dollaro nel breve termine potrebbe pesare sui rendimenti delle obbligazioni dei mercati emergenti e quindi è meglio prestare particolare attenzione. Il petrolio rappresenta una buona copertura in questo periodo di tensioni geopolitiche e le sue quotazioni potrebbero salire leggermente viste le forniture limitate nel breve termine.

▪ Nel reddito fisso, rimaniamo leggermente prudenti sulla duration europea e giapponese mentre siamo positivi su quella statunitense perché l’inflazione continua a scendere e siamo costruttivi sulle obbligazioni societarie globali di qualità. In Europa, stiamo monitorando la valutazione della BCE sull’economia europea così da captare eventuali segnali di intervento politico. Siamo inoltre leggermente costruttivi sul Regno Unito in un contesto caratterizzato dalle pressioni legate ai tagli dei tassi della BoE. Il credito societario rimane un’area di carry, ma sono importanti anche le considerazioni sulla liquidità, soprattutto nel segmento High Yield. Siamo quindi positivi sulle obbligazioni Investment Grade negli Stati Uniti e ancora di più su quelle dell’Unione Europea. Negli USA preferiamo le obbligazioni societarie a breve scadenza e i titoli insurance-linked. Nel complesso siamo prudenti sulle obbligazioni societarie High Yield con i rating più bassi, ma all’interno di un quadro di crescente dispersione ravvisiamo del valore in alcuni settori non ciclici.

I recenti movimenti delle azioni statunitensi sono da ricondurre ai rialzi di alcuni titoli a mega-capitalizzazione e ciò crea dei rischi in termini di concentrazione: questo fenomeno, seppur in misura minore, riguarda anche l’Europa. I mercati, a seguito dell’evoluzione del ciclo economico, dovrebbero iniziare a focalizzarsi in maniera maggiore sulla traiettoria degli utili. Manteniamo un approccio selettivo e siamo leggermente prudenti sulle aree più costose negli USA e in Europa. Eventuali anomalie di mercato a livello di utili e valutazioni offrono l’opportunità di trarne beneficio. Rimaniamo positivi sulle società che presentano margini elevati (quality), sui titoli Value statunitensi e sul Giappone.

▪ Siamo ora positivi sul debito in valuta forte e in valuta locale, con una preferenza per le obbligazioni High Yield rispetto a quelle Investment Grade alla luce dei rendimenti interessanti dei paesi emergenti e del continuo calo dell’inflazione. A livello regionale, preferiamo l’America Latina, mentre siamo più selettivi sull’Asia e sui paesi EMEA che da offrono numerose storie idiosincratiche come quella dell’Argentina. Siamo costruttivi anche sull’azionario, in particolare quello asiatico (India, Indonesia, Corea del sud) e quello latino-americano.