La Giornata della Terra. L’immediato futuro fa ben sperare, ma non dobbiamo abbassare la guardia

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Il cambiamento climatico potrebbe ancora rappresentare una minaccia esistenziale per l’umanità, mentre oggi, 22 aprile, si celebra la Giornata della Terra 2024. Intendiamoci, c’è anche ottimismo: enormi passi avanti nella lotta al cambiamento climatico, decenni di lavoro che hanno portato a evitare altri disastri ambientali. Anche la speranza e un sano impegno positivo possono aiutare ad alimentare le azioni necessarie per continuare ad affrontare la crisi climatica.

“La gente presume che nei 50 anni trascorsi dalla prima Giornata della Terra non abbiamo fatto alcun progresso: che ora siamo in una posizione peggiore rispetto agli anni ’70, e che non ha senso agire a favore dell’ambiente”, ha affermato Hannah Ritchie, ricercatrice senior dell’Università di Oxford che studia la sostenibilità in relazione al cambiamento climatico. È vero. I progressi rispettosi del clima che sarebbero sembrati impossibili anche 10 anni fa sono ormai all’ordine del giorno. E tre volte negli ultimi 50 anni l’umanità ha affrontato – e risolto – enormi problemi ambientali globali causati dall’uomo.

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L’energia eolica e solare rappresentano l’energia elettrica più economica del pianeta. Le pompe di calore vengono menzionate nella maggior parte delle discussioni sul riscaldamento e sul raffreddamento. Le auto elettriche sono ormai mainstream, anche se qualche dubbio è già sorto.

Tre grandi vittorie climatiche in 50 anni

L’umanità ha già ottenuto alcune vittorie straordinarie. Prendiamo il DDT, un pesticida originariamente considerato un miracolo nella lotta contro zanzare e altri parassiti negli anni ’40. Fu solo alla fine degli anni ’50 che gli scienziati collegarono i punti tra il declino delle popolazioni di uccelli e la nuova sostanza chimica miracolosa. Il DDT assottigliava i gusci delle uova tanto che le madri che nidificavano schiacciavano i loro stessi piccoli, portando molte specie, inclusa l’aquila americana, sull’orlo dell’estinzione. Ma il DDT fu bandito nel 1972 e nel 2007 le aquile fecero un tale ritorno da essere rimosse dalla lista delle specie a rischio di estinzione.

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E lo strato di ozono che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette? All’inizio degli anni ’80 gli scienziati videro per la prima volta che si era sviluppato un buco in quello strato protettivo dell’atmosfera. Senza di essa, i campi brucerebbero e l’ambiente esterno sarebbe insostenibile. Nonostante i costi e l’immensità del problema, le nazioni di tutto il mondo hanno firmato il Protocollo di Montreal, eliminando gradualmente i clorofluorocarburi che hanno causato il buco. Oggi l’ozono si sta riparando e si prevede che ritornerà ai livelli del 1980 entro il 2060.

Poi ci furono le piogge acide, il sottoprodotto della combustione del carbone a base di zolfo. A partire dagli anni ’50, ha ucciso le foreste e la vita nei laghi e nei corsi d’acqua in ampie zone del mondo, mentre la consapevolezza pubblica dei suoi pericoli è cresciuta negli anni ’70. Dal 1990 le emissioni di zolfo hanno cominciato a scendere.

Le emissioni globali di CO2 potrebbero raggiungere il picco l’anno prossimo

È importante ricordare i successi della storia recente, quando si considerano le preoccupanti notizie sui livelli di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre, la causa principale del riscaldamento globale.  Secondo alcune rilevazioni negli USA, l’anno scorso hanno raggiunto il punto più alto della storia umana, 420 parti per milione. Si tratta di un aumento rispetto alle 280 parti per milione prima della rivoluzione industriale. In quel periodo, le temperature globali sono aumentate di circa 2 gradi.

Il futuro?

Sta accadendo qualcos’altro che non riceve molta attenzione, ma che fa ben sperare. Gli esperti – inclusa l’Agenzia internazionale per l’energia – affermano che le emissioni globali di anidride carbonica raggiungeranno probabilmente il picco l’anno prossimo e certamente entro il 2030, utilizzando uno scenario basato sulle attuali impostazioni politiche. Ciò significa che il 2023 è stato molto probabilmente l’anno con le emissioni di gas serra più elevate di sempre e da qui in poi i numeri non potranno che diminuire.

Anche se ciò non compenserà tutta la CO2 che è stata immessa nell’atmosfera terrestre dalla metà del ‘700, si tratta di una pietra miliare importante e mostra come il cambiamento energetico sia già ben avviato. “La transizione verso l’energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile”, ha affermato l’anno scorso il direttore esecutivo dell’IEA International Energy Agency Fatih Birol. “Non è una questione di ‘se’, è solo una questione di ‘quanto presto’”. Detto questo, gli attuali livelli di emissione sono un terzo più alti di quelli necessari per limitare il riscaldamento globale a 2,7 gradi. Quindi le emissioni globali pro capite devono ancora ridursi in modo significativo.

L’energia pulita è oggi l’energia più economica

Questo progresso è aiutato da altre buone notizie. L’energia pulita, proveniente dal solare e dall’eolico, è diventata molto economica molto più velocemente di quanto molti esperti climatici avessero mai sperato. “Il mondo è fondamentalmente in una posizione diversa rispetto a com’era nel 1970. Anche solo dieci anni fa eravamo in una posizione completamente diversa”, ha affermato Hannah Ritchie il cui libro “Not the End of the World: How We Can Be the First Generation to Build a Sustainable Planet” è uscito lo scorso gennaio.

Oggi, l’energia solare, eolica e a batteria sono notevolmente meno costose rispetto a 10 anni fa. Nel 2023, l’elettricità proveniente dall’eolico e dal solare era significativamente meno costosa di quella proveniente dal carbone, dal nucleare e dal gas naturale. Secondo un’analisi di Lazard, una società di consulenza finanziaria che pubblica stime annuali del costo totale della produzione di elettricità, il costo non sovvenzionato dell’energia eolica è sceso del 66% dal 2009, mentre il costo del solare non sovvenzionato è sceso dell’84%.