Risparmiatori italiani e voglia di welfare

-
- Advertising -

Nella recente indagine Assogestioni-Censis presentata al Salone del Risparmio vi è un interessante approfondimento sull’atteggiamento del cittadino nei confronti del rapporto tra Stato e mercato e del welfare.

L’equilibrio tra più stato o più mercato in economia nella cultura sociale collettiva degli italiani in questa fase storica è particolarmente complesso, per certi versi anche raffinato, viene sottolineato. Un equilibrato discernimento è la definizione più efficace e impressiva dei valori che per gli italiani contano in economia. Infatti il 52,2% degli italiani chiede più mercato, inteso come più concorrenza in ogni settore, una certa libertà dei prezzi e un contenimento dell’intervento e della spesa pubblica;  – il 47,8% chiede invece più Stato inteso come un rilancio dello Stato imprenditore proprietario diretto di imprese, della possibilità di determinare o bloccare i prezzi nei vari settori, dell’incremento di spesa pubblica nei diversi ambiti.

- Advertising -

Gli italiani, quindi, dicono sì alla libertà in economia, cioè alla concorrenza sui vari mercati come meccanismo migliore di formazione dei prezzi, in grado anche di consentire lo sviluppo individuale e quello collettivo. Una quota inferiore, ma comunque molto consistente, esprime comunque una certa propensione per un’economia a più alto tasso di presenza statuale, che può anche significare ritorno allo stato gestore di imprese.

Il quadro dei valori economici e sociali che connotano la cultura sociale degli italiani si completa poiché, al fianco dell’equilibrio tra stato e mercato, emerge la volontà del 77,5% degli italiani di ampliare il set di servizi pubblici relativi a sanità, scuola, trasporti e poi ancora previdenza, inabilità anche se dovesse significare un aumento delle tasse. Il  22,5% vorrebbe invece ottenere una riduzione delle tasse anche se dovesse condurre ad una riduzione parallela dei servizi pubblici disponibili. Nella cultura economica degli italiani, quindi, la preminenza non estremistica del mercato si accompagna alla irrinunciabilità di  un sistema pubblico di welfare che garantisce copertura dai grandi rischi sociali della vita, come la salute la vecchiaia, la non autosufficienza, una rete di servizi pubblici di base, dalla scuola ai trasporti, che sono accessibili a costi contenuti con effetti inclusivi nelle comunità.

- Advertising -

E’ l’idea del mercato sociale che per gli italiani è l’esito dell’appropriato mix tra libera iniziativa privata e azione statuale che ha il non piccolo merito di far sfuggire il nostro paese agli eccessi dello statalismo o del mercatismo. Pertanto, il DNA italiano in termini di culture economiche di massa è segnato da una voglia temperata di mercato, con una solida rete statuale di tutela che fa sentire le persone con le spalle coperte, chiosa il Rapporto