Thomas Gresham, un banchiere al servizio di sua maestà

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Su alcuni manuali di economia vi sarà sicuramente capitato di leggere, magari in una nota, in un paragrafo o in un trafiletto della cosiddetta Legge di Gresham, riassumibile con la frase “la moneta cattiva scaccia la buona”. Questa legge spiega che quando due tipi di moneta circolanti hanno lo stesso valore nominale, ma un diverso valore intrinseco, la moneta di valore inferiore verrà utilizzata maggiormente nelle transazioni quotidiane, mentre quella di valore superiore verrà ritirata dalla circolazione o utilizzata per altri scopi, come riserva di valore.

Un esempio di questo fenomeno fu rappresentato dalle monete d’argento e d’oro che circolavano insieme nel Regno Unito nel XVI secolo. A causa delle fluttuazioni dei prezzi dei metalli preziosi, la moneta d’argento venne sovrastimata rispetto al suo valore intrinseco. Di conseguenza, le monete d’oro, più preziose, tendevano ad essere conservate, mentre le monete d’argento venivano spese ampiamente. Questo fenomeno fu descritto in una lettera del 1558 indirizzata alla Regina Elisabetta I da Thomas Gresham, da cui il nome della legge.

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Ma chi è l’uomo dietro questa legge dell’economia monetaria?

Come poteva un semplice banchiere scrivere direttamente ad una delle sovrane più potenti del tempo?

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Gresham nacque da una famiglia di banchieri nel 1519, il suo talento per gli affari era così sviluppato che ancora giovanissimo fu ammesso alla Worshipful Company of Mercers, la corporazione dei mercanti di stoffe. Successivamente, nel 1543, si trasferì ad Anversa, il più grande centro finanziario dell’Europa del tempo (dove nacque la prima borsa valori per intenderci), oltre che importante piazza per la vendita dei tessuti inglesi. Lì inizio a lavorare in qualità di agente della corona, per conto del Re Enrico VIII,  occupandosi di varie operazioni commerciali (non sempre pulite, al limite del contrabbando o della truffa secondo i canoni odierni) ed a racimolare prestiti per la monarchia inglese, necessari sopratutto a finanziare le numerose guerre, specie quelle contro i francesi.

Questa sua attività al servizio dei sovrani si interruppe bruscamente con l’ascesa della Regina Mary, che lo rimosse, per poi richiamarlo rapidamente in servizio a causa della scarsa abilità dei sostituti scelti. Sotto la Regina Elisabetta I il suo ruolo di agente di commercio ad Anversa fu riconfermato e Gresham si distinse ancora una volta per le sue abilità, in particolare nella negoziazione dei prestiti, oltre che nel contrabbando di denaro, armi e merci straniere.

Divenne in breve tempo così importante per gli interessi inglesi che fu nominato anche Ambasciatore presso il governatorato spagnolo dei Paesi Bassi. Fuggì dalle Fiandre nel 1567, in seguito alla Rivolta dei protestanti olandesi contro gli spagnoli, ma l’epopea di Gresham non cessò qui. Infatti, ritornato in patria, propose alle Corporazioni dei mercati di Londra, la costruzione a proprie spese di una borsa valori, sul modello di quella che aveva visto ad Anversa, per la trattazione dei commerci. Nacque così il Royal Exchange che, venne ufficialmente inaugurato nel 1571 dalla stessa regina Elisabetta I.