Banche Centrali: convergenza europea

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La Riksbank è stata la seconda banca centrale, dopo la Swiss National Bank, a tagliare i tassi in Europa occidentale. Il messaggio della Bank of England della scorsa settimana era improntato al dovish, coerente a nostro avviso con un taglio dei tassi a giugno, o al più tardi ad agosto; inoltre, l’avvertimento lanciato da Bailey, secondo cui la BoE potrebbe essere costretta a tagliare più di quanto il mercato attualmente si aspetti, rafforza la nostra richiesta di un totale di tre tagli di 25 punti base quest’anno. I verbali della riunione di aprile della Bce sono stati ancora più espliciti della Lagarde nella sua conferenza stampa nel preannunciare un taglio dei tassi a giugno, qualificato come “plausibile”. Lo scenario di una generale “ondata europea” di allentamento monetario prima dell’estate, in contrasto con una Fed più esitante, è ora ancora più forte.

Il rischio di sottovalutare l’obiettivo di inflazione e di provocare inavvertitamente un costo eccessivo per la produzione e l’occupazione si sta facendo strada nella mente dei policymaker europei. Sebbene la Riksbank possa essere lodata per aver osato tagliare prima della Bce, nonostante la debolezza della Corona, la banca centrale svedese potrebbe aver aspettato troppo a lungo prima di iniziare a invertire la sua posizione. In un contesto di recessione e di aumento significativo della disoccupazione, la Riksbank prevede ora che l’inflazione scenderà sotto il 2%. Un messaggio chiave dovish della Bank of England la scorsa settimana è stata la sua nuova previsione, secondo la quale l’inflazione scenderà significativamente al di sotto del 2% verso la fine dell’orizzonte di proiezione, se si dovesse concretizzare il percorso previsto dal mercato per la politica monetaria. Il rischio di undershooting è stato anche uno degli argomenti utilizzati dalle colombe della Bce quando hanno chiesto un taglio già ad aprile.

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I verbali della Bce, tuttavia, hanno evidenziato una notevole preoccupazione riguardo a ciò che la Fed potrebbe fare di fronte alla resilienza dell’inflazione negli Stati Uniti. Data la predominanza del mercato statunitense, è naturale che i policymaker europei monitorino attentamente gli sviluppi macro e politici del Paese. Ma dall’inizio dell’anno sosteniamo che i rischi sono asimmetrici al di là dell’Atlantico, con un potenziale rischio di undershooting dell’inflazione  n Europa, a fronte di un notevole rischio di overshooting negli Stati Uniti. Leggere l’Europa attraverso le lenti americane potrebbe portare a costosi errori di policy.