Le principali evidenze del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile

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L’Istat presenta l’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Quali sono le principali evidenze ?

Nel 2023 la speranza di vita è pari a 83,1 anni e risulta in aumento rispetto al 2022 (82,3), recuperando quasi del tutto il livello del 2019 (83,2 anni). Gli uomini con 81,1 anni di vita media attesa tornano allo stesso livello del 2019, mentre per le donne (85,2 anni) mancano ancora 0,2 anni (85,4 nel 2019).

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La speranza di vita in buona salute nel 2023 è pari a 59,2 anni e si riduce rispetto ai 60,1 anni del 2022. Tale riduzione ha riportato l’indicatore quasi al livello del 2019 (58,6 anni), ridimensionando l’incremento anomalo verificatosi tra il 2020 e il 2022 dovuto alla componente soggettiva, per effetto della più diffusa percezione di condizioni di buona salute in tempi di pandemia.

È pari a 10,6 anni la vita media attesa senza limitazioni a 65 anni, in aumento rispetto ai 10 anni registrati sia nel 2022 sia nel 2019.

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Per quel che riguarda i profili sanitari nel 2023 sono circa 4,5 milioni cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, di lista di attesa o difficoltà di accesso, il 7,6% della popolazione (in aumento rispetto al 7,0% del 2022 e al 6,3% del 2019), probabilmente per recupero delle prestazioni sanitarie differite per il COVID-19 e difficoltà a riorganizzare efficacemente l’assistenza sanitaria). Si assiste ad un raddoppio della quota di chi ha rinunciato per problemi di lista di attesa (da 2,8% nel 2019 a 4,5% nel 2023), stabile la rinuncia per motivi economici (da 4,3% nel 2019 a 4,2% nel 2023), ma comunque in aumento rispetto al 2022: +1,3 punti percentuali in un solo anno.

In continuo aumento la quota di anziani assistiti in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), dal 2,9% nel 2019 al 3,3% nel 2022, ma permane una forte variabilità territoriale: dal 3,8% nel Nord-est al 2,6% al Sud. Se si considera anche l’assistenza residenziale, rimane il Nord-est l’area con la maggiore presa in carico di anziani fragili (6,2% nel 2021) e il Sud con quella più bassa (2,8% nel 2021). In questa ripartizione oltre l’80% dell’assistenza agli anziani fragili è erogata in ADI, per un’offerta molto inferiore alla media nazionale di posti letto nei presidi residenziali socio-sanitari e socio-assistenziali (33,4 posti letto per 10.000 residenti vs 70,1 nel 2021). Anche il Centro Italia, nonostante il significativo aumento della quota di anziani assistiti in ADI (da 2,6% nel 2019 a 3,2% nel 2021 e 3,6% nel 2022), rimane su valori inferiori alla media nazionale per il totale di anziani fragili presi in carico (4,1% vs 4,5% nel 2021).

Il benessere soggettivo mostra poi valori stabili o in leggero miglioramento rispetto al 2022. Si recuperano i livelli raggiunti prima dell’emergenza pandemica, quando si era registrato un evidente declino, in particolare della soddisfazione per il tempo libero.

La percentuale di persone che valutano tra 8 e 10 la loro soddisfazione per la vita nel complesso raggiunge nell’ultimo anno il valore più alto di sempre (46,6%; oltre 3 punti percentuali in più rispetto al 43,2% del 2019). Il 68,2% delle persone si dichiara molto o abbastanza soddisfatto per il tempo libero. Il giudizio sulle prospettive future è in lieve miglioramento: il 30,3% ritiene che la propria vita possa migliorare nei prossimi cinque anni (si torna ai livelli del 2019), mentre il 12,1% vede prospettive di peggioramento (in diminuzione rispetto al 2022). |

Continua ad aumentare il divario tra uomini e donne in termini di soddisfazione per la vita. Se nel 2019 la differenza tra percentuale di molto soddisfatti e di molto soddisfatte era di 2,6 punti, nel 2023 raggiunge 3,9 punti con il 48,7% degli uomini che si dichiara molto soddisfatto a fronte del 44,8% delle donne. L’indice di parità, dato dal rapporto tra percentuale di donne e di uomini molto soddisfatti per la vita, si attesta a 0,92 nel 2023. Per gli altri indicatori di benessere soggettivo il divario di genere rimane pressoché invariato con un indice di parità pari a 0,94 per la soddisfazione per il tempo libero e a 0,87 per il giudizio positivo sulle prospettive future.