Nuveen: 9 trend a cui devono guardare gli investitori istituzionali in un contesto Post Grande Moderazione
- Advertising -
L’era della Grande Moderazione, caratterizzata da bassa inflazione e incertezza macroeconomica, da un calo a lungo termine dei tassi di interesse e da una ridotta volatilità del ciclo economico, è finita. Nel nuovo scenario, l’instabilità è aumentata, la crescita del PIL e l’inflazione sono più volatili e la dispersione delle previsioni economiche si è notevolmente ampliata. Nuveen individua nove temi chiave che gli investitori istituzionali dovrebbero prendere in considerazione per esplorare nuovi modi di migliorare la resilienza e l’adattabilità dei loro portafogli.
- Ridefinire la resilienza dopo decenni di distorsione
L’era post- moderazione probabilmente implicherà che proprio le strategie che hanno arrancato durante l’era della liquidità a basso costo – value investing, volatilità lunga, titoli a tasso variabile, materie prime e altri real asset – svolgeranno un ruolo più costruttivo nei portafogli diversificati. L’attuale livello di intervento della politica monetaria e fiscale ha interrotto la relazione storica tra tassi di interesse ed economia reale. Paradossalmente, proprio le politiche finalizzate a promuovere la stabilità in realtà creano una maggiore instabilità. Gli investitori dovrebbero essere cauti nel fare affidamento a previsioni derivate da relazioni dipendenti da condizioni che esistevano durante la grande moderazione. - Attenzione alla sempre minore utilità delle allocazioni globali ponderate per la capitalizzazione È probabile che aumenti la dispersione dei rendimenti di mercato tra i diversi Paesi e regioni. Dal punto di vista della costruzione del portafoglio, gli indici ponderati per la capitalizzazione di mercato globale saranno probabilmente veicoli non ottimali per raggiungere la diversificazione geografica nel nuovo contesto. Gli investitori possono invece costruire in modo più efficace le loro allocazioni geografiche attribuendo un peso maggiore alle forze economiche che determinano i rischi e i rendimenti di mercato di un Paese o di una regione. Incorporare fattori geopolitici come stato di diritto, potenza militare, solidi diritti di proprietà, accesso all’innovazione, mercati finanziari avanzati, tendenze capitalistiche e abbondanza di risorse naturali contribuirà ulteriormente a perfezionare le allocazioni geografiche.
- Rispettare i limiti del potere delle banche centrali di controllare l’inflazione. Gli investitori dovrebbero tener presente che l’inflazione non è esclusivamente una funzione del comportamento delle banche centrali nel lungo periodo. Quattro tendenze strutturali impediranno alle banche centrali globali di raggiungere i bassi tassi di inflazione che si sono prefissate: deglobalizzazione; transizione energetica; invecchiamento demografico e spese in deficit. Si tratta di un contesto intrinsecamente inflazionistico.
- L’intelligenza artificiale è un’arma a doppio taglio in termini di inflazione I guadagni di produttività che l’IA innesca potrebbero alimentare la crescita economica. Nonostante l’enorme potenziale dell’IA come fattore di incremento della produttività, gli investitori non dovrebbero dare per scontato che possa compensare completamente l’ampia gamma di venti di coda inflazionistici. La crescita dell’IA non avviene in modo isolato. L’enorme ammontare di potenza di calcolo richiesta per la continua espansione dell’IA consumerà quantità esorbitanti di materiali, spazio fisico ed energia – fattori produttivi del mondo reale la cui disponibilità è limitata.
- Ridefinire il ruolo delle obbligazioni sovrane nei portafogli. Nel contesto post-moderazione, potrebbe essere più appropriato considerare i titoli di Stato come asset di rischio piuttosto che come diversificatori. Sebbene siano per lo più esenti da default, le obbligazioni sovrane dei mercati sviluppati non sono certo esenti dal rischio di tasso d’interesse. Pertanto, anche gli investitori a lungo termine dovrebbero valutare se siano debitamente compensati per il rischio che assumono, in particolare quando i premi a termine sono depressi.
- Non assumere più rischi del necessario. La maggior parte delle valutazioni azionarie sono tirate e gli spread di credito sono estremamente ristretti. Sebbene i rendimenti totali attesi appaiano piuttosto attraenti, sono diventati allettanti a causa del più alto risk free rate incorporato, non a causa di un aumento del premio di rischio azionario previsto o degli spread di credito.
- Private markets. Non solo per il premio di illiquidità. Incrementare l’allocazione sui private asset in base alla capacità dell’asset di fornire un’esposizione idiosincratica non replicabile sui mercati pubblici è un approccio efficace per ottimizzare i bucket di illiquidità di un portafoglio. Ad esempio, i portafogli di royalty o i terreni agricoli presentano esposizioni economiche che non si trovano comunemente nei mercati pubblici. Oltre a sfruttare il rischio idiosincratico, gli investitori possono ricorrere ai mercati privati per estrarre valore dal deal sourcing, dai miglioramenti operativi e dall’expertise di strutturazione. Gli investitori potrebbero essere più avvantaggiati puntando su questi valori aggiunti del mercato privato piuttosto che sul premio di illiquidità spesso citato, che è difficile da valutare e varia nel tempo, o sulla soppressione della volatilità, che è più un concetto di reporting che un riflesso del rischio.
- Apprezzare il valore della scarsità dei real asset. I real asset rafforzano i portafogli tradizionali generando rendimenti interessanti in contesti spesso negativi per gli asset finanziarizzati, come le obbligazioni e le azioni quotate in Borsa. Ciò è imputabile al semplice fatto che gran parte del valore dei real asset deriva dalla loro scarsità —l’offerta di beni tangibili è intrinsecamente limitata. Molti dei fattori di rischio sottostanti che determinano il valore dei real asset sono altamente idiosincratici, in quanto legati a diversi tipi di colture, strutture operative, accordi contrattuali, aree geografiche e altri fattori che variano da asset ad asset.
- Siate attivi dove potete avere il massimo impatto. Nel mondo post-moderazione, caratterizzato da un’accentuata variabilità macro, il rischio involontario e la deriva dei rendimenti in cui si incorre mantenendo costante l’asset allocation saranno decisamente maggiori. In poche parole, è improbabile che un approccio “imposta e dimentica” possa dare frutti. I rischi e i rendimenti attesi, determinati da un insieme comune di fattori macro, stanno cambiando. Ciò giustifica un maggiore dinamismo nell’asset allocation strategica, senza il quale la posizione di rischio del portafoglio diventa un sottoprodotto dell’evoluzione delle dinamiche di mercato e gli investitori rinunciano alla possibilità di legare intenzionalmente il portafoglio al risultato desiderato.