Se le notizie diventano ‘virali’

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I bollettini giornalieri sulla diffusione del nuovo coronavirus portano volatilità sui mercati, indebolendo la fiducia in uno scenario Goldilocks

La stretta attualità e i possibili risvolti su economia e mercati impongono di soffermarsi sul virus cinese. La recente epidemia virale partita dalla Cina potrebbe avere conseguenze più serie sull’economia nel breve periodo, andando ad impattare sui consumi proprio a cavallo del capodanno cinese anche se le Autorità, diversamente dal passato, si sono immediatamente attivate per contenerne la diffusione.

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Il virus sembra avere un livello di pericolosità molto inferiore rispetto ad eventi simili osservati in passato, ma anche una capacità superiore di trasmissione che rende il fenomeno difficilmente controllabile entro i confini non solo di Wuhan, ma anche cinesi. Questo aspetto da un punto di vista economico non è affatto secondario, perché in queste ore sta costringendo le Autorità a misure talora estreme, fra cui la sostanziale messa in quarantena di una regione di 60 milioni di abitanti, la sospensione dei viaggi organizzati all’estero, il blocco agli spostamenti interni e la forte limitazione ai collegamenti con Hong Kong.

E’ evidente che tali decisioni avranno un impatto su una delle principali economie globali e sul suo commercio con l’estero, già fiaccato in precedenza dalle complicate trattative commerciali. Anche in passato le conseguenze di precedenti epidemie sono state rilevanti: ricordiamo a questo proposito la SARS, il cui “costo” in termini di PIL è stato stimato nell’1,1% proprio in Cina e in alcuni decimi di punto in Occidente. La volatilità dei mercati di questi giorni è di conseguenza comprensibile, soprattutto in presenza di notizie ancora frammentarie. Se guardiamo al passato tuttavia (cfr. tabella 1), rileviamo che tale volatilità ha avuto vita piuttosto breve. Le variazioni dello S&P500 a 6 e 12 mesi sono state in quasi tutti i casi positive. Il che sostanzialmente ci dice che, su un orizzonte di medio termine, i mercati si muovono sulla base di altre dinamiche.

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Come ricordato in più di un’occasione, riteniamo che le valutazioni di mercato inducano ad un’allocazione di portafoglio che, oltre a prevedere azioni e credito, ne mitighi il posizionamento con alcuni asset rifugio. Ciò è tanto più vero in forza di questo nuovo elemento che, sebbene probabilmente non minacci le prospettive economiche in maniera duratura, nel breve continuerà a favorire un regime di volatilità maggiore rispetto a quanto osservato negli ultimi mesi.