I passi della BCE
L’esito del meeting della BCE è stato molto più da falco rispetto alle previsioni della vigilia. I tassi di interesse sono rimasti invariati ma sono cambiate le strategie in merito al programma di acquisto di titoli. Sulla base delle valutazioni aggiornate dagli esperti della BCE e tenendo conto dell’incertezza legata soprattutto agli sviluppi del conflitto nell’Europa dell’Est, il Governing Council ha rivisto al ribasso gli acquisti di asset: 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. Nel terzo trimestre i banchieri centrali del Vecchio Continente decideranno, dopo un’attenta analisi sulle pressioni inflazionistiche, come calibrare gli acquisti di asset.
Precedentemente la BCE si era impegnata a comprare 40 mld di euro mensili di asset nel secondo trimestre, 30 nel terzo, 20 nel quarto. In parole semplici la BCE ha lasciato intendere che se l’inflazione continuerà a essere su livelli troppo elevati, terminerà il piano di quantitative easing e si preparerà a un rialzo dei tassi di interesse probabilmente già nel mese di settembre.
Una Lagarde meno accomodante del previsto ha portato una reazione immediata: il mercato obbligazionario ha registrato un forte rialzo dei rendimenti dei bond decennali dei paesi dell’Eurozona, soprattutto degli stati più indebitati (il rendimento del BTp decennale +13% all’1,89%).