Un nuovo bavaglio alla libertà di stampa in Italia? Emendamento di Enrico Costa alla legge di delegazione europea
Emendamento di Enrico Costa —
Via libera dell’Aula della Camera all’emendamento di Enrico Costa di Azione alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. (fonte ANSA)
Una misura che dalle opposizioni, ad esclusione di Iv ed Azione che hanno dato il loro voto favorevole, viene giudicata come una misura “bavaglio”. Il testo è passato a voto palese, in quanto Costa ha recepito la riformulazione proposta dal governo.
I voti a favore sono stati 160, 70 i no (M5S, Avs e Pd). Iv e Azione hanno votato a favore con la maggioranza. Il via libera all’emendamento è giunto dopo un lungo lavoro che ha portato all’intesa sul testo presentato dal deputato di Azione Enrico Costa. La proposta di modifica, per la quale il governo aveva annunciato il parere contrario, è stata riformulata e l’ok di Montecitorio c’è stato senza chiedere il voto segreto e senza creare imbarazzi nella maggioranza, visto che Fi aveva preannunciato il suo sì anche al testo precedente contro il parere di esecutivo e alleati. Il testo originario prevedeva il “divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare” fino alla conclusione delle indagini o dell’udienza preliminare, mentre nella riformulazione proposta dal governo si parla di divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza.
Forti dubbi sul provvedimento
L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia esprime un forte dubbio sulla correttezza del provvedimento: “Un provvedimento triste e controproducente. Nel senso che rende più difficile raggiungere gli obiettivi che si propone. La nuova formulazione dell’articolo 114 del Codice di procedura penale, approvata dalla Camera, nega il principio di presunzione di innocenza e mette in difficoltà la possibilità di fare giornalismo corretto. È molto triste, infatti, che sia la segretezza delle decisioni delle Procure – uno dei poteri più incisivi, perché può limitare la libertà personale – a essere chiamata a tutelare un principio di grande civiltà giuridica, che richiede invece di essere portato fuori delle aule dei tribunali, ma nell’assoluta trasparenza delle decisioni prese dalla magistratura e delle loro motivazioni. Soprattutto la norma, che non può certo comprimere il diritto di informare sui fatti, tutelato dall’intero ordinamento giuridico in varie forme, rende più difficile attingere le informazioni a fonti affidabili, aprendo la porta invece alle fonti più spregiudicate, interessate a dare una versione solo frammentaria di quanto sta accadendo, senza che i giornalisti abbiano la possibilità – dall’analisi degli atti giuridici nella loro interezza – di farsi un quadro preciso di quanto stia accadendo. È un’ennesima legge bavaglio che otterrà risultati opposti a quelli che si propone”.
Dura anche la reazione di alcuni esponenti dell’opposizione: “L’emendamento a firma Costa riformulato sulla legge delegazione europea, approvato oggi dalla Camera, in mano a questo Governo può diventare un nuovo bavaglio alla libertà di stampa. Non possiamo certo ritenere che questo Ministero della Giustizia che alterna annunci garantisti e panpenalismo di fatto possa avere il giusto equilibrio per trattare un tema così delicato. Nessuna delega in bianco al Ministro della Giustizia Nordio, che passa lunghi periodi fuori dai monitor della politica, come sta avvenendo con la riforma della prescrizione”, dichiarano il deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e il capogruppo di Verdi e Sinistra nella commissione Giustizia della Camera Devis Dori.
La riformulazione del testo viene invece commentata positivamente da Forza Italia con Matilde Siracusano: “Un risultato positivo che ci soddisfa, un buon traguardo per ribadire ancora una volta l’importanza – per FI e per il governo – del garantismo e della presunzione di innocenza, cardini chiave sui quali si fonda la nostra Costituzione”.
La libertà di stampa
La libertà di stampa in Italia è sancita dalla Costituzione. L’articolo 21 afferma che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Ciò include la libertà di stampa, che è un principio fondamentale per la democrazia e il libero scambio di informazioni.
Già la proprietà dei media concentrata in poche mani poteva portare a controllo delle informazioni e delle opinioni diffuse attraverso i mezzi di comunicazione, per non parlare di eventuali pressioni su giornalisti e operatori dei media tese a limitare la loro capacità di operare in modo indipendente.
Al di là di norme giustamente rigide sulla diffamazione, altre disposizioni applicate in modo eccessivamente restrittivo non possono ottenere risultati positivi in tema di trasparenza della comunicazione.