Lo yuan entra nel club delle maggiori valute

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Il Fmi ha dato l’ok all’ingresso della moneta cinese nel paniere di riferimento mondiale degli Sdr. Avrà un peso del 10,92%, subito dietro dollaro ed euro

Dopo la bocciatura di cinque anni fa, oggi il Fondo monetario internazionale dà il via libera: lo yuan (o renminbi), la valuta cinese, entra in quello che viene definito il “gotha” delle monete mondiali: un paniere, chiamato Sdr (Special drawing right), che viene utilizzato come riserva per gli scambi internazionali.

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Non si tratta di una valuta utilizzabile direttamente per l’acquisto di beni e servizi, ma può essere liberamente scambiata e convertita tra i paesi membri. L’ingresso dello yuan provoca un ribilanciamento delle valute comprese nel paniere: il dollaro Usa mantiene il peso maggiore (41,73%), seguito dall’euro (30,93%), mentre allo yuan è stato attribuito il 10,92%, un’importanza maggiore dunque rispetto a yen (8,33%) e sterlina (8,09%). L’effettivo ingresso dello yuan è tuttavia fissato per l’ottobre del 2016.

La ponderazione (e come abbiamo visto la composizione) del paniere viene peraltro rivista periodicamente. La decisione di includere una nuova valuta è legata essenzialmente a due fattori. Il primo riguarda il livello delle esportazioni, che nel quinquennio precedente deve essere stato tra le più alte a livello mondiale: una condizione che Pechino ha abbondantemente rispettato. La seconda è che la valuta sia largamente utilizzata per i pagamenti negli scambi internazionali e che sia scambiata sui principali mercati finanziari: non si fa riferimento alla libera convertibilità della moneta, ma soltanto all’effettivo utilizzo.

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La scorsa estate la decisione del governo cinese di permettere allo yuan di fluttuare in base al valore di mercato ha provocato qualche sconquasso, ma ora se ne vedono i frutti. non legare più in modo rigido il Renminbi all’andamento del Dollaro Usa, permettendogli al contrario di fluttuare sulla base del valore di mercato, andava esattamente nella direzione richiesta dal Fmi, che oggi ha premiato questa riforma con l’inclusione nel paniere degli Sdr.

La decisione del Fondo monetario è per la Cina un importante riconoscimento che il processo di riforme avviato va nella direzione giusta, almeno dal punto di vista dell’istituzione guidata da Christine Lagarde. E arriva in un momento in cui da Pechino continuano ad arrivare segnali di rallentamento dell’economia. L’ultimo, di stamattina, è un rallentamento del Pmi manifatturiero, sceso in novembre 49,6 punti dai 49,8 di ottobre, confermandosi per il quarto mese consecutivo in territorio negativo, al di sotto cioè di quella soglia di 50 punti che separa la crescita dalla recessione.