Petrolio, la strategia Opec fa le prime vittime

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La politica dei prezzi bassi colpisce i produttori esterni al cartello. Il loro output è previsto sotto i 0,3 milioni di barili al giorno rispetto ai 2,2 milioni di inizio anno

Far fuori i paesi esterni al Cartello viennese. E’ questa la strategia sposata dall’Opec e promossa dall’Arabia Saudita. E i primi effetti incominciano a vedersi.
Oggi l’International Energy Agency ha tagliato le stime sull’output dei paesi esterni al Cartello. Per capirci, i maggiori sono Russia e Stati Uniti.
La produzione è vista ora al di sotto degli 0,3 milioni di barili al giorno rispetto ai 2,2 milioni di barili indicati dalle stesse stime all’inizio dell’ anno.

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Nell’Oil Market Report di dicembre, l’AIE ha confermato per il 2016 un rallentamento della domanda globale di 1,2 milioni di barili al giorno a quota 98,8 milioni, mentre quella dell’anno in corso è vista a 94,6 milioni, in rialzo di 1,8 milioni di barili al giorno.

La guerra del petrolio, in pieno svolgimento, ha come principale effetto anche oggi una ulteriore discesa dei prezzi del greggio sui mercati mondiali.
L’oro nero qualità americana Wti con consegna gennaio scende a 36,35 dollari. Quella Brent del Mare del Nord segna 39,09 dollari al barile. Sbriciolata anche la soglia psicologica dei 40 dollari.

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