Draghi: Bce pronta ad agire, ma le banche sono solide

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La crescita rallenta, c’è incertezza nelle economie emergenti, e preoccupa il crollo delle materie prime, ha detto il presidente della banca centrale. Ma non ci sarà una Basilea 4

La crescita globale rallenta. I recenti crolli sulle borse internazionali sono un effetto delle incertezze che stanno vivendo le economie emergenti, oltre che dei pesanti ribassi dei prezzi delle materie prime. I cali nelle quotazioni sono stati particolarmente pesanti per le banche, sia per la loro sensibilità alle difficoltà dell’economia, sia per la loro esposizione verso le commodities. Tuttavia, secondo il presidente della Bce Mario Draghi, in Europa le esposizioni bancarie verso questo settore sono limitate.

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Gli istituti di credito europei, ha aggiunto Draghi parlando oggi al Parlamento europeo nel corso della consueta audizione trimestrale, “hanno buone riserve, hanno ridotto la leva finanziaria e il comitato di Basilea ha osservato che sono state compiute riforme sostanziali”. Per questo non saranno necessari nuovi interventi per rafforzare il capitale. “Le Banche centrali e responsabili della supervisione hanno indicato di essere impegnati a non aumentare significativamente i requisiti di capitale nel settore bancario”: non ci sarà insomma una “Basilea 4”.

Nell’Eurozona, la ripresa “prosegue a passo moderato”, ha sottolineato Draghi, sostenuta soprattutto dalle misure di politica monetaria della Bce, e dai bassi prezzi dell’energia.

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Se tuttavia gli effetti secondari dei cali del petrolio sull’inflazione dovessero persistere e aggravarsi, o se le tensioni sui mercati creassero problemi, bloccando gli effetti benefici del quantitative easing, la banca centrale non esiterà ad agire. La Bce, ha ribadito Draghi, “è pronta a fare la sua parte e come annunciato esaminerà la possibilità di agire a inizio marzo”.

Sul fronte delle banche, esiste tuttavia un problema relativo alle sofferenze, con “un sottoinsieme di banche con elevati livelli di crediti deteriorati”. Questi sono stati però identificati, durante l’analisi approfondita del settore e per questo “siamo in una posizione favorevole per abbassarli in maniera ordinata nei prossimi anni”. La vigilanza della Bce “sta lavorando a stretto contatto con le autorità nazionali, per assicurare che le nostre politiche sui crediti deteriorati siano completate con le necessarie misure nazionali”.

Il numero uno della Bce è intervenuto anche sul tema delle banconote da 500 euro, ricordando come stia crescendo nell’opinione pubblica la convinzione che “i tagli più grandi siano utilizzati per scopi criminali”. La Bce, ha spiegato, sta valutando di intervenire, ma lo farà “con enorme cautela”, cercando la soluzione migliore, e senza ridurre la liquidità in circolazione.