Greggio, si allontana l’accordo sui tagli alla produzione

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I prezzi tornano a scendere dopo un incontro tra ministri dell’energia russo e venezuelano sulla possibilità di consultazioni fra Paesi Opec e non Opec

L’idea, sostenuta da Mosca, di un vertice tra paesi Opec e non Opec per valutare un taglio alla produzione mondiale di petrolio – e dunque far riprendere quota ai prezzi – sembra destinata a sfumare ancora prima di quanto fosse razionale aspettarsi.
I mercati oggi penalizzano di nuovo le quotazioni dell’oro nero, sintomo secondo molti esperti proprio della sfiducia in una mediazione e soprattutto dei timori concreti sulle prospettive della domanda e sull’incremento delle forniture.

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I ministri dell’energia russo e venezuelano hanno discusso della possibilità di tenere consultazioni fra produttori Opec e non Opec nel prossimo futuro. Come è noto, sia Mosca sia Caracas sono fuori dal cartello viennese.
Goldman Sachs ha fatto sapere di ritenere “altamente improbabile” che l’Opec cooperi con la Russia per un taglio della produzione, sottolineando che sarebbe un’ammissione di sconfitta perché prezzi più elevati porterebbero la produzione ridotta in precedenza nuovamente sul mercato.

Morale: il Brent del Mare del Nord con scadenza aprile a metà giornata cedeva 53 centesimi a 33,71 dollari al barile, dopo avere perso l’1,75 dollari o il 4,9% nella precedente sessione di contrattazioni.
Il contratto con scadenza marzo del greggio americano West Texas Intermediate (Wti) perdeva 61 centesimi a quota 31,01 dollari dopo avere lasciato sul campo 2 dollari (il 5,9%) nella sessione precedente.

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