Part time previdenziale anche per i dipendenti pubblici

di Walter Quattrocchi -
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Potranno chiedere la riduzione dell’orario di lavoro negli ultimi tre anni prima della pensione di vecchiaia, senza rinunciare a stipendio e contributi

Anche i dipendenti pubblici possono richiedere il part time pensionistico. La novità è contenuta nel testo di legge che ha convertito il decreto “milleproroghe” dello scorso fine anno.

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I dipendenti pubblici erano rimasti esclusi dal provvedimento inserito nella legge di Stabilità 2016 che aveva introdotto il part time pensionistico. Ora invece potranno anch’essi richiedere la riduzione dell’orario di lavoro negli ultimi tre anni prima di andare in pensione di vecchiaia, senza rinunciare alla contribuzione e alla retribuzione piena di un full time.

Per richiedere il part time pensionistico è necessario: essere titolare di un contratto di lavoro a tempo pieno, maturare entro il 31 dicembre 2018 il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia, pari a 66 anni e sette mesi per l’anno in corso, avere raggiunto, al momento della richiesta del part time, un’età minima di 63 anni e sette mesi. Il periodo del lavoro in part time, in accordo con l’amministrazione di competenza, non deve superare i tre anni.

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La riduzione dell’orario di lavoro può avvenire per una quota compresa fra il 40% e il 60%.

La quota di orario di lavoro ridotta verrà compensata con un aumento retributivo pari ai contributi previdenziali per la parte di lavoro non effettuata.

Questo importo non viene considerato reddito da lavoro dipendente, sul quale si pagherebbero i relativi contributi previdenziali.

Per il periodo di lavoro in part time verranno riconosciuti i contributi previdenziali figurativi commisurati alla retribuzione che corrisponde alla prestazione non svolta: in sostanza il lavoratore, anche se in part time dal punto di vista contributivo, ha la copertura di un full time.