Deutsche Bank accusata di manipolare il mercato

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Secondo il pm di Trani, Michele Ruggiero, nel 2011 la banca tedesca nascose la vendita di 7 miliardi di titoli di Stato italiani, alterando il mercato

Nell’indagine che il Tribunale di Trani sta conducendo da mesi sui fatti accaduti tra il 2011 e io 2012 che portarono alla crisi dello spread e alla caduta del governo Berlusconi entra prepotentemente in scena Deutsche Bank.

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Il colosso bancario di Francoforte è accusato dal Pm Michele Ruggiero di aver manipolato il mercato con un’operazione scorretta sui titoli di Stato italiani che deteneva nel suo portafoglio.
Secondo il Pm, mentre la banca, nel primo semestre del 2011, comunicava ai mercati finanziari la sostenibilità del debito sovrano dell’Italia, nascondeva agli stessi mercati e al Ministero dell’Economia italiano (Mef) la sua reale intenzione di ridurre drasticamente e nel brevissimo termine – da 8 ad un miliardo di euro – i titoli del debito italiano in portafoglio.

La vendita massiccia di 7 miliardi di titoli di Stato italiani – secondo Ruggiero – ha alterato il valore di mercato dei titoli stessi perché è stata fatta violando la normativa in vigore.

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Per queste circostanze sono ora indagati l’ex presidente di Deutsche Bank, Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest’ultimo è attualmente co-amministratore delegato uscente della banca tedesca), l’ex capo dell’ufficio rischi, Hugo Banziger, e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Deutsche Bank.

Secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, ci sarebbero stati nei giorni scorsi sequestri di documenti e perquisizioni anche nella sede milanese dell’istituto tedesco.