Italia: inflazione poco variata a dicembre, la tendenza resta in calo (per ora)

Paolo Mameli -
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L’inflazione è risultata poco variata e in linea con le attese a dicembre.

La tendenza annua è risultata stabile allo 0,9% secondo l’indice nazionale e in calo di un decimo all’1% sulla misura armonizzata, con i prezzi in salita nel mese di quattro decimi sul NIC e di tre decimi sull’IPCA. I rincari su base congiunturale sono spiegati quasi interamente da trasporti e spese per cultura e tempo libero, entrambi condizionati da fattori stagionali. L’inflazione di fondo è rimasta stabile su livelli assai contenuti, e si è vista anzi una lieve frenata per l’indice al netto degli energetici, per il cosiddetto “carrello della spesa” e per i beni a più alta frequenza di acquisto. A gennaio, i prezzi al consumo dovrebbero continuare a salire su base congiunturale, spinti al rialzo dalle tariffe, ma l’inflazione annua dovrebbe risultare stabile. Nei mesi successivi ci aspettiamo che l’inflazione possa riprendere a calare, toccando un minimo verosimilmente attorno a 0,7% nei mesi tra febbraio e aprile.
Poi, dalla primavera, dovrebbe innescarsi un nuovo trend al rialzo, guidato principalmente dall’effetto-base sull’energia, che potrebbe portare l’inflazione annua per fine 2018 attorno a 1,8%. In ogni caso, ci aspettiamo una media annua dell’inflazione nel 2018 poco variata rispetto a quella registrata nel 2017. In generale, l’andamento dell’inflazione sia in Italia che nell’area euro è coerente con l’assoluta gradualità annunciata dalla BCE nella strategia di uscita dalle misure non convenzionali di politica monetaria.

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A dicembre, l’inflazione è risultata stabile allo 0,9% secondo l’indice nazionale e in calo di un decimo all’1% sulla misura armonizzata. Nel mese, i prezzi sono saliti di quattro decimi sul NIC e di tre decimi sull’IPCA. Il dato è risultato in linea con la nostra previsione sull’armonizzato e superiore di un decimo alle attese sull’indice nazionale.

L’aumento dei prezzi su base congiunturale (in base all’indice NIC) è spiegato quasi interamente dai trasporti (+1,4% m/m) e dalle spese per cultura e tempo libero (+1,3% m/m). Entrambi i capitoli sono evidentemente condizionati in misura decisiva da fattori stagionali. Anche i listini alimentari sono saliti, sia pure in minor misura (di due decimi, sulla scia dei vegetali freschi). Viceversa, gli unici comparti che registrano un calo (moderato) dei prezzi sono servizi ricettivi e di ristorazione (-0,2% m/m) e abbigliamento e calzature (-0,1% m/m).

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L’inflazione di fondo è rimasta stabile (dopo il calo dei due mesi precedenti), a 0,4% su base annua (i prezzi core sono saliti di tre decimi ovvero poco meno dell’indice generale). Peraltro, l’inflazione al netto dell’energia è calata, a 0,3% a/a da 0,6% precedente.

In calo il cosiddetto “carrello della spesa” (beni alimentari, per la cura della casa e della persona), nonché l’inflazione sui beni a più alta frequenza di acquisto (a 1,3% a/a da 1,6% di novembre e a 1,5% a/a da 1,7% precedente, rispettivamente; in entrambi i casi i prezzi nel mese sono saliti di appena un decimo).

A gennaio, i prezzi al consumo dovrebbero continuare a salire su base congiunturale, spinti al rialzo dalle tariffe (elettricità +5,3%, gas +5%, autostrade +2,7%). Tuttavia, l’inflazione annua dovrebbe risultare stabile.

Nei mesi successivi ci aspettiamo che l’inflazione possa riprendere a calare, toccando un minimo verosimilmente attorno a 0,7% nei mesi tra febbraio e aprile. Poi, dalla primavera, dovrebbe innescarsi un nuovo trend al rialzo, guidato principalmente dall’effetto-base sull’energia, che potrebbe portare l’inflazione annua per fine 2018 attorno a 1,8%.

In ogni caso, ci aspettiamo una media annua dell’inflazione nel 2018 poco variata rispetto a quella registrata nel 2017, sia per quanto riguarda l’indice generale che i prezzi core (1,2% e 0,7% l’anno scorso, rispettivamente).

In generale, l’andamento dell’inflazione sia in Italia che nell’area euro (dove il CPI è calato a 1,4% da 1,5% sempre a dicembre) è coerente con l’assoluta gradualità annunciata dalla BCE nella strategia di uscita dalle misure non convenzionali di politica monetaria.


Paolo Mameli – senior economist della Direzione Studi e Ricerche – Intesa Sanpaolo