Italia, più azioni e meno parole

Ian Ormiston -
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Un altro anno, un’altra serie di risultati elettorali shock che seguono un percorso ben definito. L’elettorato italiano ha risposto con l’azione alle parole sentite durante la campagna elettorale.

I numeri chiave riguardano l’aumento continuo dei voti a favore del Movimento 5 Stelle, in passato spesso considerato un puro movimento di protesta e non un partito politico, l’ascesa del partito di destra Lega Nord, al di sopra del più centrista Forza Italia, e la caduta dei consensi del Partito Democratico al di sotto del 20%. Quindi, come in Francia e in Germania, i partiti estremisti hanno guadagnato posizioni a spese di quelli centristi, e il centro-sinistra sembra essere il grande sconfitto.

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Nel breve termine dovremmo avere poche aspettative politiche, la nuova legislatura non inizierà prima del 23 marzo e il processo di creazione del Governo comincerà a quel punto. Per almeno un mese avremo quindi molte speculazioni ma poche certezze riguardo alla nuova amministrazione. Ci sono diverse coalizioni che potrebbero funzionare e la posizione del Partito Democratico è cruciale, come la SPD in Germania, dato che ha scartato la possibilità di coalizioni con alcuni partiti, soprattutto con il Movimento 5 Stelle, ma nella fase post-elettorale potrebbe essere forzato a cambiare posizione. In quella che sembra essere una tendenza di lungo termine, i partiti centristi non stanno fornendo le risposte che l’elettorato nei vari Paesi del mondo vuole sentire. Ciò sta portando all’ascesa dei partiti estremisti o ad un cambiamento della leadership all’interno dei partiti convenzionali, molti dei quali rappresentano una coalizione di interesse. In ogni caso, è importante sottolineare che le coalizioni sono la prassi in Italia, così come in gran parte dell’Europa (basti pensare alla Germania e alla lunga attesa prima della formazione di un nuovo Governo).

Dal punto di vista dei mercati, il movimento giornaliero dello spread tra i titoli di Stato italiani a 10 anni e gli equivalenti tedeschi è ampio ma non eccezionale e si trova ancora a livelli bassi, da inizio 2018. I mercati azionari e le imprese in Italia sono abituati a trambusti politici ed è quindi improbabile che si vedrà un grande cambiamento in conseguenza alle elezioni e all’incertezza in arrivo. Guardando ad un orizzonte temporale più lungo, in Europa l’umore degli elettori continua a peggiorare anche se l’economia sta creando posti di lavoro e gli utili continuano ad aumentare. Ciò potrebbe rappresentare una minaccia a livello nazionale e regionale, ma non nell’immediato. Probabilmente assisteremo come prima cosa ad un aumento della spesa pubblica e ad un ritorno al passato su alcune riforme introdotte in seguito alla crisi finanziaria, che agiranno da stimolo per l’economia nel breve termine ma che saranno messe alla prova quando dovremo affrontare la prossima recessione.

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Ian Ormiston – gestore del fondo Old Mutual Europe (ex UK) Smaller Companies – Old Mutual Global Investors