Addio a Euribor ed Eonia, prepararsi ora per evitare aumento costi e rischi

Claudio Torcellan -
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Le istituzioni finanziarie devono cominciare a prepararsi fin d’ora per la transizione dall’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) e dall’Eonia (Euro Overnight Index Average), se vogliono evitare di incorrere in un aumento dei costi e dei rischi. Lo sostiene un nuovo studio della società di consulenza Oliver Wyman, intitolato “A Tale of Two Benchmarks: The Future of Euro Interest Rates”.

L’Euribor e l’Eonia sono tassi di vitale importanza per l’eurozona: vengono utilizzati infatti come riferimento per oltre 175 trilioni di dollari di prodotti finanziari all’ingrosso e al dettaglio, tra cui i mutui a lungo termine in Finlandia, Spagna e Italia. Entrambi sono però destinati ad essere sostituiti, o comunque trasformati, poiché non soddisfano i requisiti previsti dal recente Regolamento dell’Unione Europea sugli indici di riferimento (Benchmarks Regulation – BMR).

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“I preparativi per la migrazione dal LIBOR, l’equivalente dell’Euribor per il dollaro USA e per altre valute importanti, sono già in corso” spiega Claudio Torcellan, partner Oliver Wyman. “Tuttavia, si parla molto meno dell’Euribor e dell’Eonia, nonostante i tempi di transizione siano molto più stretti. Le aziende devono agire ora e prepararsi. Si stima che la transizione potrebbe costare oltre 100 milioni di dollari per alcune società: tergiversare farà solo aumentare i costi e amplificherà i rischi finanziari, operativi e reputazionali.”

Il report analizza come l’Euribor potrebbe essere riformato per consentire – nel migliore dei casi – una transizione senza intoppi, ma restano dubbi sulla fattibilità di questa soluzione ottimale entro il termine previsto, il 1 °gennaio 2020. Visto il volume di affari coinvolto, le istituzioni finanziarie dovrebbero avere almeno un piano B per la riforma dell’Euribor.

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Non ci saranno invece tentativi di riforma per l’Eonia: sarà dunque sicuramente necessario passare ad un altro tasso di riferimento entro gennaio 2020. Ad oggi, però, un tasso di riferimento overnight alternativo all’Eonia ancora non c’è, anche se la BCE sta lavorando su ESTER (Euro Short-Term Rate), che pianifica di lanciare prima del 2020.

Mentre il processo di riforma dell’Euribor e dell’Eonia è in corso, gli operatori di mercato dovrebbero cominciare a muoversi. Lo studio identifica cinque interventi che le istituzioni finanziarie possono realizzare ora per prepararsi alla transizione:

  1. Sostenere iniziative settoriali per la riforma dell’Euribor e lo sviluppo di tassi di riferimento alternativi all’Euribor e all’Eonia.
  2. Assicurarsi di avere pronti dei solidi piani di emergenza nel caso un tasso di riferimento dovesse subire dei cambiamenti significativi o cessasse di esistere
  3. Mettere in atto azioni semplici e di sicura efficacia per mitigare potenziali rischi e sfide future: ad esempio introducendo una terminologia alternativa nei contratti, effettuando una valutazione dei rischi legali e di condotta, e producendo informative per i clienti riguardo nuove operazioni che fanno riferimento all’Euribor e all’Eonia.
  4. Creare un inventario di tutti i prodotti e processi che utilizzano i tassi Euribor ed Eonia, valutando gli impatti e le difficoltà che potrebbero derivare dalla transizione.
  5. Sviluppare un piano d’azione graduale che possa essere lanciato ed eseguito rapidamente se e quando necessario.

“La transizione verso nuovi tassi di riferimento non sarà semplice, soprattutto considerando che gli operatori di mercato sono già alle prese con gli effetti della migrazione dal LIBOR” continua Torcellan “Tuttavia, poiché l’Eonia e l’Euribor non soddisfano i requisiti del nuovo regolamento (BMR), ciò significa che non potranno essere utilizzati per contratti stipulati dopo il 2020, a meno che non vengano adottate misure correttive per riformare i due benchmark.”


 Claudio Torcellan – partner – Oliver Wyman