Da “Ragazza” a “Mamma”: l’uscita di scena della Merkel solleva domande per l’Europa

Stéphane Monier -
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Angela Merkel, la leader in carica da più tempo nell’Unione Europea, ha annunciato la scorsa settimana che a dicembre si dimetterà dal ruolo di capo di partito della CDU (Unione Cristiana Democratica Tedesca) e non correrà come Cancelliere.

L’annuncio della Cancelliera giunge in un momento di forte insicurezza dell’Unione Europea, e ciò potrebbe impattare principalmente sugli investitori esposti più all’Euro che alla politica tedesca.

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Il quarto mandato della Cancelliera Merkel si concluderà nel 2021, ma per ora i mercati non hanno ancora valutato gli effetti della sua decisione, vista la mancanza di una data certa delle sue dimissioni.

La decisione della Cancelliera Merkel del 29 ottobre scorso è nata a seguito della sconfitta della sua coalizione nelle elezioni regionali in Assia. Sia la CDU che il Partito socialdemocratico (SPD) hanno registrato un crollo con percentuali a doppia cifra, segnando i peggiori risultati degli ultimi decenni, mentre l’estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) e il Partito Verde hanno riportato risultati positivi. A questo risultato se ne è poi aggiunto un altro altrettanto negativo in occasione delle elezioni bavaresi. I voti sono stati interpretati come una protesta contro il prolungato scontro tra i due partiti della coalizione. “Non si può continuare”, ha concluso la Merkel.

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Tredici anni dopo dalla nomina a Cancelliere, è facile dimenticare quanto all’inizio Angela Merkel fosse spesso sottovalutata ed ignorata. La signora Merkel ha trascorso sette anni come ministro nel governo post-riunificazione di Helmut Kohl, dove costui, avrebbe paternalisticamente presentato l’ex chimico quantistico come “mein Mächen” (“la mia ragazza”), con sua grande irritazione. Un ex funzionario della Cancelleria tedesca, Wolfgang Nowak, ha detto “l’abbiamo tutti sottovalutata… non abbiamo compreso la sua mente acuta e analitica”.

Anche la durezza della Merkel è passata spesso inosservata. Poi nel 1999, in qualità di segretaria generale della CDU, è stata la prima a chiedere le dimissioni di Kohl per uno scandalo finanziario della campagna elettorale. Dopo alcune settimane prese il posto di Kohl come leader della CDU. “Ho portato il mio assassino vicino a me,” disse Kohl più tardi. John Kornblum, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, lo ha formulato in modo altrettanto chiaro: “Se la incroci, sei morto”.

La dipendenza dall’export

La Merkel sta lasciando un’economia tedesca con la disoccupazione ai livelli più bassi dalla riunificazione, che negli ultimi tre anni ha registrato il più alto surplus commerciale al mondo (in parte grazie alla forza della sua industria automobilistica). Ciò ha reso l’economia tedesca fortemente dipendente dalle esportazioni. Ora si deve stimolare la domanda interna riducendo l’eccedenza delle partite correnti in modo da ridurre l’impatto ogni volta che il resto dell’economia mondiale rallenta (vedi grafico).

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La stabilità politica della Germania sotto la guida della Merkel, rappresentata dalla “grande coalizione”, ha contribuito a condurre l’Europa attraverso le varie crisi finanziarie, sebbene gli economisti differiscano sul fatto che le politiche della Merkel abbiano prolungato l’austerità o salvato l’euro al prezzo dell’elevata disoccupazione in Grecia. Questa stabilità è stata messa alla prova in sei mesi di negoziati per formare un governo che si è formalmente concluso nel marzo di quest’anno con un’altra “grande coalizione”, che sarà ora messa di nuovo alla prova.

Angela Merkel è stata sia criticata e lodata per la sua capacità di gestire la stabilità finanziaria dell’UE. Nel 2011, durante la crisi dell’euro in Grecia, la Cancelliera tedesca si è guadagnata l’etichetta di “leader d’Europa”. Eppure, come ha sottolineato l’economista Joseph Stiglitz, di fronte a un elettorato tedesco critico, è stata sempre lei a dipingere la crisi greca come il risultato di prestiti irresponsabili, piuttosto che di finanziamenti irresponsabili, questi spesso concessi da banche tedesche. In Italia, dove i ricordi della politica di austerity della Merkel e della lentezza nell’impegno di sostegno durante la crisi sono ancora freschi, la reazione alle sue dimissioni programmata è stata ridotta. Il governo italiano sta rinegoziando in questi giorni il proprio bilancio e quindi l’attenzione politica è principalmente rivolta alla Commissione europea.

Al di là dell’austerità finanziaria, la questione che ha contraddistinto la Merkel in Germania resta la sua coraggiosa decisione del 2015 di aprire le frontiere della Germania ai migranti, sospendendo le direttive dell’UE che prevedono per i richiedenti asilo di registrarsi nel primo Stato membro dell’UE che raggiungono. Questa decisione fu in parte motivata dal riconoscimento del fatto che la popolazione attiva tedesca sta diminuendo. Retrospettivamente, il prezzo di questa decisione è stata la stabilità politica.

La successione

La durata della carriera della Merkel come Cancelliere dipende ora da chi la sostituirà come responsabile della CDU a dicembre. Nel breve termine dal punto di vista politico, se la fragile alleanza di oggi tra CDU e SPD dovesse venir meno, potrebbe causare le elezioni federali e spingere la cancelliera Merkel a lasciare la cancelleria anche prima del tempo. Il predecessore della signora Merkel, Gerhard Schröder, è sopravvissuto come cancelliere per 18 mesi dopo essersi dimesso dalla carica di presidente della SPD. All’epoca, secondo la Merkel il Cancelliere tedesco dovrebbe anche alla guida del partito politico.

Anche un ex rivale, Friedrich Merz, un avvocato che ha lasciato la politica dopo aver incrociato la Merkel più di un decennio fa, ha annunciato di voler ricandidarsi. Merz, un eurofilo a favore di una forte relazione tra Germania e Francia, è tra l’altro presidente del consiglio di vigilanza di BlackRock in Germania. Può inoltre contare sul sostegno della lobby commerciale della CDU.

Si crede che la Merkel sostenga il segretario generale della CDU, Annegret Kramp-Karrenbauer, come suo successore. Hanno in programma di candidarsi anche il ministro della sanità – e critico regolare della Merkel – Jens Spahn, e Armin Laschet, il leader della Renania Settentrionale-Vestfalia. Mentre gli opinionisti prospettano un declino a livello europeo dei partiti politici “big-tent” e un aumento di quelli estremisti, nel panorama politico tedesco è possibile che l’elezione di Merz o di Spahn possa spostare la CDU più verso posizioni da destra conservatrice, sottraendo elettori dell’AFD.

E dal momento che la cancelliera Merkel ha dato solo un tiepido sostegno alla visione del presidente francese Emmanuel Macron per un’unione più federale, il successore della Merkel potrebbe rappresentare un’opportunità per sostenere maggiormente la visione di legami una visione di legami più stretti tra gli stati europei.

Più in generale, ci aspettiamo che il PIL dell’Eurozona nel 2018 sia leggermente inferiore al 2%, e che la regione continuerà a crescere nei prossimi trimestri al di sopra del suo potenziale. Ciò dovrebbe tradursi nel fatto che la Banca centrale europea si atterrà al suo piano di cessare il QE quest’anno e che i tassi restino negativi nel 2019.

Considerato l’attuale contesto di minacce alla sicurezza, il divorzio fratturale dell’Unione europea con il Regno Unito, unitamente ad un imprevedibile comportamento da parte del Presidente degli Stati Uniti, il continente ha bisogno oggi più che mai di una visione politica mirata e di una leadership stabile.


Stéphane Monier – Chief Investment Officer – Banque Lombard Odier & Cie SA