State Street: commento alla decisione di politica monetaria della BCE

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A seguito del meeting odierno del Monetary Policy Committee (MPC) della Banca Centrale Europea (BCE), Michael Metcalfe, responsabile globale macro strategy di State Street Global Markets, e Antoine Lesné, responsabile Strategia e Ricerca EMEA di SPDR ETFs, hanno così commentato:

Commento di Metcalfe: “Il fatto che Quantitative Easing (QE) finirà questo mese è ironico, nonostante ci sia una crescente pressione sui governi europei affinché espandano i propri deficit fiscali. Tuttavia, la fine del QE non deve essere considerata una coincidenza, ma il primo passo che intraprende la BCE verso un lungo e delicato percorso di eliminazione degli stimoli politici.

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“Inoltre, mentre i mercati europei del lavoro si sono irrigiditi e la crescita dei salari sta mostrando timidi segnali di ripresa, la crescita resta moderata, come indicato nelle previsioni della BCE. Questo significa che il ciclo di inasprimento monetario sarà molto netto e le pressioni da parte della politica fiscale cresceranno nel corso del prossimo anno. A sua volta, questo manterrà il mercato focalizzato sui dettagli della politica di reinvestimento della BCE, offrendo uno scarso sostegno ufficiale ai mercati dei bond sovrani in futuro”.

Commento di Lesné: “In linea con le attese, la fine del programma di acquisto di net asset è stata confermata e rappresenta un primo passo verso una graduale normalizzazione della politica monetaria. Tuttavia, se da un lato, i dati economici recenti – come l’indice della produzione industriale – sono stati meno preoccupanti rispetto ai precedenti, dall’altro, nell’Eurozona stiamo assistendo a un calo del momentum economico, come evidenziato anche dal presidente Draghi la settimana scorsa. Questo fattore dimostra che la normalizzazione dei tassi sarà lenta, graduale e dipendente dalla ripresa della crescita.

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“Il mercato ha iniziato a focalizzare la propria attenzione sulla politica di reinvestimento della BCE e sulla possibilità di ricorrere ad altre misure accomodanti, qualora fosse necessario sostenere i target economici e di inflazione. Considerato l’attuale basso livello dei rendimenti dei bond core, l’anno prossimo ci sarà poco supporto, fattore che ci porta a preferire esposizioni con una duration più breve per attenuare una parte della sensibilità dei portafogli ai tassi di interesse”.